Aspettative 2.0

Da Mizaar

Come i malanni stagionali, la gramigna, la peronospora, la fillossera, la grandine brutta, le cavallette bibliche, l’influenza e tutto quello che vi può saltare in mente, nella mia scuola annualmente i presidi cambiano imperversando, come per l’appunto poco prima. Nel male? Uscito con poco stile quello dell’altro anno, che a puzza mi era sembrato un bluff, ne è arrivato un altro che, povera anima, definirlo malanno di stagione mi pare assai brutto, ma tant’è, meglio essere disincantati e aspettare gli eventi. Sicché accolto nel bene? Non lo so. Se quello demandava questo sembra puntare tutto sul “ velemose bene” sulla solidarietà e sul senso di appartenenza – e beato lui che ci crede – sulla comunicazione da pari condita in salsa “ tanto affetto “ a base di abbracci e baci. Che messa così sembra scombinata come cosa, un minimo di gerarchia, perdindirindina! Invece lui mi ha detto, stamani, che non gli importa per niente che i docenti gli diano del lei e che il tu è gradito. L’animo coltivato a filosofia, arti ginniche e pianoforte – le tre branche in cui il nostro possiede il relativo pezzo di carta – evidentemente aspira all’alto, desidera librarsi sui banali pezzi di burocrazia, per ricercare l’arcadia. E se l’altro era una versione beta, questo spero non sia un capello ma un crine di cavallo uscito dal paltò! :-D