Un esempio di come la cura del remake spesso non funziona.
Aspirante vedovo è la prova di come in Italia non si sia più in grado di trovare un’idea decente, dovendo fare così ricorso al remake. Ovviamente gli autori ci tengono a dire come la loro storia sia solo ispirata a quella del Vedovo di Risi, ma nella sostanza non cambia nulla, se non l’efficacia. Si fa spesso riferimento alla grande capacità, ormai sbiadita, del Bel Paese di sfornare buone commedie. Perché allora non prendere un’idea del dorato passato, aggiornarla, aggiungere due attori comici di successo contornati da facce più o meno conosciute e dare tutto in pasto agli spettatori? Il successo è garantito. O no?
Lo spunto non è originale, ovviamente, ma sarebbe potuta essere l’occasione giusta per creare una storia graffiante in grado di divertire, lasciando però anche dell’amaro in bocca, ottenendo così una commedia vendibile anche all’estero dove De Luigi e Littizzetto sono degli emeriti sconosciuti.
Aspirante Vedovo non decolla mai, lasciando tutto alle interpretazioni dei due protagonisti, rimasti purtroppo ai tempi di Mai Dire. Lasciando stare i personaggi secondari, che una buona sceneggiatura non dovrebbe comunque mai dimenticare, anche i principali sono tratteggiati male, dotati di una profondità paragonabile a quella di una pozzanghera. Le intenzioni che li spingono ad agire più che celate negli atteggiamenti dei protagonisti sono dichiarate direttamente nella trama dove, tra l’altro, viene svelata anche metà del film, rendendo la prima parte una noiosa attesa di capire cosa accadrà dopo. In realtà rimane solo quella, la volontà di capire dove si andrà a parare, perché il coinvolgimento è pari a zero, e le risate sono fantasmi che vagano per la sala. Gli unici che riescono a strappare qualche sorriso sono Ale (del duo Ale e Franz) e Bebo Storti, relegati in ruoli minori al limite della macchietta.
Tirando fuori dal cassetto del passato Il Vedovo, Venier è come se ci proponesse di guarire dalla febbre facendo ricorso al vecchio rimedio delle sanguisughe. La medicina cinematografica si aggiorna, ma solo in Italia si pensa che fare ricorso ai vecchi metodi sia la soluzione migliore. Il film scivola via lentamente facendo pesare ognuno dei suoi, pochi, ottantaquattro minuti.
La fotografia piatta ci restituisce una Torino grigia, molto simile, troppo, alla dirimpettaia Milano. Da dottore non posso far altro che consigliarvi di tenervene alla larga, di evitare qualsiasi assunzione anche solo televisiva, potrebbe essere nocivo.
PROVOCA ENCEFALOGRAMMA PIATTO
Dr. Perry Cox
Regia: Massimo Venier – Ca st: Fabio De Luigi, Luciana Littizzetto, Bebo Storti, Ninni Bruschetta,Alessandro Besentini – ITA 2013