Aspirante Vedovo: Quando Comandano le Donne

Creato il 24 ottobre 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Letizia Di Pietro

«L’uomo e la donna sono come due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell’altro», scriveva Karen Blixen. Oggi la chiave del potere è posseduta dalle mani accuratamente smaltate di donne pronte a difendersi con le unghie e con i denti e ad afferrare tutte le occasioni che si concedono loro. In Aspirante vedovo, film diretto da Massimo Venier ed uscito nelle sale lo scorso 10 ottobre, la famosa chiave, o meglio l’amuleto del successo, è nelle mani di una Luciana Littizzetto che si concede al pubblico sotto una luce diversa dal solito. Dimenticate, infatti, l’ironica e sempre sorridente autrice di famosi romanzi dalla spiccata vena femminista o la mordace comica che fa disperare Fabio Fazio in TV. Qui abbiamo davanti una persona spietata, un capofamiglia che, non senza una massiccia dose di ironia, rispecchia quello che è l’attuale ruolo della donna sia in ambito lavorativo che tra le mura domestiche. Che sia con un mestolo della cucina, con una penna stilografica, con una chiave oppure, come in questo caso, con un amuleto, le donne conquistano il potere e sanno anche come mantenerlo. Alcuni sondaggi dimostrano che sono aumentati i “casalinghi”. L’uomo odierno si occupa di faccende domestiche e la donna invece porta i soldi a casa detenendo il potere. E la Littizzetto prova ad incarnare, seppur con toni molto acidi e poco convincenti, questo potere femminile nel mondo del lavoro e nella vita sentimentale a spese del povero malcapitato Fabio De Luigi, il quale tenterà fino alla fine di evadere dalla sua condizione di serie B. L’attore appare però totalmente spaesato e fuori ruolo in quello che è bene ricordarlo altro non è che il remake de Il vedovo di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri (e qui se cominciamo con i paragoni è veramente finita!).

Altri tempi quelli del capolavoro di Risi (l’anno è il 1959) e se già è estremamente complicato rifare un film perfetto lo diventa ancor di più di fronte ad un tentativo di attualizzare la vicenda narrata (o almeno di mostrare un quadro sociale che è decisamente mutato) che porta il treno su cui si è voluti salire a deragliare rovinosamente. Non è tutto da buttare il lavoro di Venier: si sorride spesso ed in fin dei conti si riflette sulle donne e sulla loro condizione attuale. Ex angeli del focolare che adesso sono cittadine di serie A, al pari degli uomini, ma che non si accontentano di questo e guardano addirittura “più avanti”. Vogliono governare e dettare legge, quella legge che a loro anni fa era totalmente avversa. Secondo il Codice Civile del 1865, le donne non avevano diritto di esercitare tutela sui loro figli e se sposate, non potevano gestire nemmeno i soldi onestamente guadagnati, cosa che spettava esclusivamente al marito. La loro condizione sociale fra fine ‘800 e primi del ‘900 era di drammatica disparità. La situazione da allora è decisamente cambiata. «Gli uomini umani sono in estinzione / proviamo ad amarli come li facciamo / resuscitarli con la devozione / oppure, farli come li vogliamo», ha scritto la poetessa Patrizia Valduga. È proprio ciò che farà Susanna Almiraghi, protagonista di Aspirante vedovo: plasmare a suo piacimento e tenere al guinzaglio il suo “cagnolino di marito”. Susanna è una donna in carriera, una donna che non perde mai l’occasione di prevaricare su Alberto Nardi, sfortunato imprenditore il cui unico affare concluso bene risulta essere il matrimonio con una moglie di successo che però lo tiene in pugno.

Abbagliato dalla luce e dal potere della moglie, Alberto, marito e prima di tutto uomo ferito nell’orgoglio di “maschio”, tenterà di uscire da questa prigione; perché in questo caso il matrimonio tra i due protagonisti si presenta proprio come una gabbia dorata dalla quale bisogna evadere. Alberto le proverà tutte e per tutta la durata della pellicola sarà ossessionato dal desiderio di liberarsi della consorte. Vuole liberarsene in tutti i sensi e, dimenticando i fallimenti continui sul lavoro, si candiderà per un posto decisamente insolito, quello da aspirante vedovo. Stavolta Alberto non vuole fallire, ma il destino si prenderà gioco di lui. Se le piccole gioie di una moglie sono quelle di vendicarsi del marito appena si presenta la giusta occasione, Susanna, in questo oltre che negli affari, dimostra di avere “fiuto”, astuzia ed un ottimo tempismo. Si arriverà dunque ad un finale divertente che… Non aggiungo altro. Non vi resta che andare al cinema, ma nel frattempo, cari uomini, forse fareste meglio ad osservare con attenzione chi vi sta accanto. Chissà, magari potete ancora salvarvi!


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