Aspromonte – tutta un’altra storia

Creato il 07 marzo 2013 da Pane & Rose

di Assunta Viteritti.

Un film di Hedy Krissane, con Franco Nero, Pier Maria Cecchini, Andrea De Rosa, Maria Pia Calzone, SIvia Squizzato. Prodotto da Publiglobe srl e distribuito da Cineclub Internazionale, al cinema dal 31 gennaio (cercatelo!).

Aspromonte è una commedia, dura 90 minuti, girato nel 2012 è uscito nelle sale il 31 gennaio scorso. Sono in molti ad aver voluto questo piccolo film, molti che amano la Calabria e ne conoscono e bellezze nascoste. E’ un invito a navigare le montagne del mediterraneo, sconosciute ai più, misteriose e sorprendenti. Le terre dell’interno dell’Aspromonte, arcaiche e intense, sottratte ai luoghi comuni della Calabria di mafia e presentate in modo gioioso e inconsueto. Il film attraversa quegli stessi luoghi, i boschi dell’Aspromonte pieni di grotte, il Santuario di Polsi, il borgo antico di Pentedattilo, la Chianalea di Scilla, luoghi del consueto immaginario della ndrangheta restituiti al desiderio di essere visitati e conosciuti.

Santuario di Polsi – San Luca

La storia è lieve, due fratelli calabresi trapiantati altrove, al nord. Uno nei panni di un imprenditore brianzolo (Franco Nero enfatizza i tratti del tipo del nord che poi viene dal sud e giudica il sud ma poi anche lui riscopre la sua terra ecc.) e l’altro è uno scapestrato, che sfugge alle regole del soldo e della ricchezza senza cuore. I due si ritrovano, per strane vicissitudini, in Calabria, e questo consente allo spettatore di iniziare un viaggio dove le guardie forestali sono conoscitori e guide di una terra tanto impervia quanto affascinante, gli abitanti dei piccoli centri abitati sono tanto misteriosi quanto ospitali e cordiali, le chiese sono tanto miracolose e il cibo piccante e seducente, le donne belle e seduttive. Le alture, i tramonti, i colori, la terra, i pastori, gli animali, una preistoria moderna, il vero prete del santuario di Polsi, la gente dei paesi che recita se stessa, le rocce, le pietre, le strade bianche, sono loro i protagonisti. Il film ritrae un pezzo di Iran o un pezzo di Afganistan trapiantati nel mediterraneo. Deserti, mare, monti, tutto così vicino, a portata di sguardo. Una molteplicità di paesaggi che stordisce e inebria, confonde la realtà con le paure. Ma qui nulla spaventa. La Calabria è una terra nascosta, bisogna cercarla, la sua bellezza è rude ed elegante insieme. Il regista, il tunisino Hedy Krissane alla sua opera prima, e la sua squadra di attori si saranno divertiti tanto, e questo si vede bene nei 23 minuti di backstage, da non perdere (per tanti motivi), se avete del tempo sedetevi e godeteveli .

Il film lo ha scritto Tonino Perna, docente di sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina già presidente del parco nazionale dell’Aspromonte. In questa narrazione non abbiamo la gente di Aspromonte di Corrado Alvaro, qui non c’è tristezza, l’arretratezza che pure è di casa è a volte il segno di antico ma di autentico. Il protagonista pensa di perdersi e invece ritrova se stesso e anche il fratello. Non devi avere fretta in Calabria, devi avere tempo, mettiti in una jeep con un amico forestale e vai, vedrai che troverai quello che non sapevi di avere e che avevi già con te.
I titoli di testa e quelli di coda valgono da soli il prezzo del biglietto tutto il resto è un piccolo regalo, una cartolina da viaggio per venire in Calabria. Non è Basilicata coast to coast, qui è Calabria monti e mari.

Pentedattilo

Tittitiri tittitiri canta Peppe Voltarelli, raffinato, sorprendente e orgoglioso cantante calabro che gioca con la sua terra come nel pezzo Canto mo, colonna sonora del film . Peppe Voltarelli è lo stesso che canta Onda Calabra, il pezzo di cui ha fatto la parodia Antonio Albanese in Qualunquemente, ma la versione originale è più intensa, gioiosa e malinconica (ascoltatela!).

Trailer del film



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