Let’s go: perché Londra è l’epicentro d’ogni pensiero, il crocevia della difesa e pure quello del centrocampo; e un giro (virtuale) in metro può servire per orientarsi, per trovare quel che il Napoli insegue. Arsenal, Tottenham, c’è tutto lì: c’è la fisicità, ci sono gli identikit ritenuti ideali, ci sono le illusioni, i tormenti, i centimetri da sistemare nella propria area o anche i muscoli da opporre in mediana, l’esperienza internazionale e dunque le garanzie richieste dal campo. Ma il fumo di Londra che avvolge, ora, ha finito per assorbire (e definitivamente) Vermaelen che va spazzato via per arrivare a Capoue: nel rush finale, il viaggio nella «tube» prevede (possibilmente) una sola fermata, destinazione Tottenham. NO, THOMAS NO – Lesson one: provarci ad oltranza con l’Arsenal per Vermaelen, schierare per l’assalto persino Mertens, insistere fino a prova contraria e poi crederci finché è possibile. Missione impossibile, ormai è chiaro, perché Arsene Wenger ha detto no: vero, giocano Koscielny e Mertesacker, ma per vincere la Premier, per competere in Champions, per sognare la Fa Cup, gli serve un organico ricco, dal quale non può uscire il centrale belga, il dominatore del listone steso da Benitez e Bigon. SUMMIT – Castelvolturno è la sede distaccata del mercato, è il «rifugio» per accomodarsi e scambiarsi le proprie opinioni, è innanzitutto il bunker nel quale la B&B del Napoli può riflettere ad alta voce, senza correre il rischio che ci siano fughe: meno dieci al rintocco del Big Ben, c’è un’idea da realizzare e prima che Bigon parta (stamani) per Milano, il veloce summit è servito per decifrare il mercato, per scandagliarlo in lungo e in largo, per riallacciare i fili. Il centrocampista, quindi: e allora, a scrematura ultimata, resta Etienne Capoue (25) la tentazione ed anche la soluzione double-face, perché in quel corazziere francese si nasconde un interditore per la mediana che in gioventù (e poi mica tanto tempo fa) è stato anche un centrale difensivo. Dunque, prendi uno e te ne ritrovi due: per parare i colpi, per aggiungere capacità acrobatica, per dotarsi di ulteriore spessore, per avere un ricambio in ogni angolo del terreno. Fonte: Corriere dello sport