Assalto a colpi di ricorsi contro l’Italicum. Mentre in Parlamento c’è chi spinge per modificare la legge elettorale, passando dal premio di maggioranza alla lista a quello di coalizione (da Ncd a Forza Italia, fino ad Ala e minoranza Pd), il provvedimento approvato lo scorso 4 maggio (ma in vigore da luglio 2016, ndr) sarà presto impugnato dal “Coordinamento democrazia costituzionale”. I ricorsi saranno presentati tra il 2 il 9 novembre, nei tribunali dei capoluoghi dei distretti di Corte d’appello. Comprese Roma, Milano, Napoli. Spetterà poi ai giudici valutare se accogliere le istanze.
Dal Sudamerica Renzi però rivendica: «La certezza delle regole del gioco è una condizione dello sviluppo. Abbiamo fatto la riforma della legge elettorale e stiamo concludendo quella della Costituzione, proprio per dare più certezza», ha replicato dalla capitale del Perù, Lima, intervenendo al Business Forum.
ITALICUM, RICORSI IN TUTTE LE CORTI D’APPELLO CONTRO LA LEGGE ELETTORALE -Al “Coordinamento democrazia costituzionale” aderiscono giuristi e comitati locali. Ma anche diversi parlamentari e sindacati come la Fiom.
Tra i nomi che compaiono nella lunga lista emergono molti esponenti della minoranza Pd: ci sono quelli dei senatori Vannino Chiti, Paolo Corsini, Lucrezia Ricchiuti, Corradino Mineo. Ma non solo. C’è anche Alfrredo D’Attorre, a un passo dall’uscita dal Pd, o ex dem come Stefano Fassina. E membri di Sel come la senatrice Loredana De Petris e Giorgio Airaudo.
C’è tra i firmatari anche Felice Besostri, ovvero l’avvocato che fece partire l’iter giudiziario che portò alla bocciatura del Porcellum, la vecchia legge elettorale, di fronte ai giudici della Consulta. Tra i giuristi, invece, ci sono Gustavo Zagrebelsky, Nadia Urbinati e Sandra Bonsanti.
Anche il M5S, così come già annunciato in passato, ricorrerà contro l’Italicum: «Lo farà in tutte le 26 sedi di tribunale d’appello presenti in Italia», ha spiegato il deputato Danilo Toninelli, che ha rivendicato come i pentastellati abbiano sempre seguito e dato appoggio al “Coordinamento democrazia costituzionale”.
ITALICUM, LE CONTESTAZIONI DEL CDC - Tra le Corti d’Appello dove sono stati depositati i ricorsi trovano spazio anche Firenze, Genova, Catania, Venezia, Torino, Bari, Trieste, Perugia. Il Cdc critica il premio di maggioranza assegnato alla lista che supera il 40%, il ballottaggio senza soglia tra i due partiti che ottengono il maggior numero di voti se non viene raggiunta la soglia del 40% al primo turno. Sotto accusa anche le norme sulle minoranze linguistiche che non consentono, secondo i ricorrenti, la rappresentanza di tutte le minoranze riconosciute, ma soltanto di alcune. L’iniziativa sarà presentata nel dettaglio nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio il 29 ottobre alle 14.30.
Fonte: Giornalettismo