Assalto del PDL alla Giustizia

Creato il 23 novembre 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nonostante Berlusconi non sia più, apparentemente, al comando e sebbene questa fase di transizione governativa lo privi di qualche strumento potente, il PDL torna alla carica contro la sua preda preferita: la Giustizia. E lo fa con un emendamento che non ha né capo né coda, sotto molti punti di vista.

Innanzitutto, non c’entra un fico secco con la legge che deve emendare, il decreto Sviluppo. Ma non è una novità che questi decreti così ampi diventino carrozzoni che imbarcano la qualunque.

Se sul vizio di forma si può anche porgere l’altra guancia, è difficile ignorare la scabrosità della modifica proposta. Nonostante una giustizia elefantiaca e un iter che avrebbe bisogno di una semplificazione visto che spesso si fa eterno, gli azzurri vorrebbero introdurre il quarto grado di giudizio.

Questo consisterebbe in un ricorso alle Sezioni Unite della Cassazione nel caso si verifichi, secondo l’imputato, una violazione del diritto comunitario, sia nel civile che nel penale, oppure una manifesta violazione della legge.

Un’assurdità: la Cassazione, nel terzo grado, già verifica che non ci siano palesi inosservanze della legge e il diritto comunitario è ormai così ben inglobato nel nostro ordinamento che la differenze sono delle semplici sfumature.

I cinque geni che l’hanno proposto sono Carlo Sarro, Franco Mugnai, Giuseppe Valentino, Mariano Delogu e Alberto Balboni. Secondo questa schiera di carneadi, l’emendamento scioglierebbe il nodo della responsabilità civile dei magistrati perché i cittadini invece di andare in giro in Europa a chiedere giustizia di sentenze italiane e poi rifarsi sul singolo magistrato, potrebbe appellarsi alle Sezioni Unite della Suprema Corte. 

Opinabile, ma considerando la motivazione valida, l’emendamento catturerebbe tre piccioni con una fava. Prima, la tanto agognata responsabilità civile dei magistrati. Secondo, si riaprirebbero molti processi passati in giudicato a parlamentari: in virtù della prossima legge sull’incandibilità non sarebbero eleggibili, ma con questo escamotage tornerebbero in gioco. Terzo, sarebbe ridato il via alla danze a certi processi al Capo e ai suoi amici, con una prescrizioncina o qualche altro magheggio pronti a far saltare il banco.

Fortunatamente si è levato un coro di dissenso da chi amministra la Giustizia e anche dalla pancia dello stesso PDL. La Guardasigilli Paola Severino ha dato parere negativo. Schifani ha annunciato che valuterà attentamente gli emendamenti ed escluderà quelli non inerenti allo sviluppo. Secondo Sandro Bondi, coordinatore PDL, e Gaetano Pecorella, ex avvocato di Berlusconi, è una legge fatta male e che non sta in piedi perché impedisce il raggiungimento di una sentenza definitiva. Contrari ANM, CSM e l’istituzione chiamata in causa, la Corte di Cassazione, che, nella persona del presidente Ernesto Lupo precisa:

Proporre il quarto grado di giudizio significa non conoscere la Cassazione, che è oberata da 80 mila ricorsi l’anno. Inoltre le Sezioni Unite hanno il compito di intervenire solo su casi particolari. Prevedere un ulteriore ricorso alle Sezioni Unite significa mettere la Cassazione nell’impossibilità di lavorare. E si va contro lo spirito della Costituzione che ha previsto la Suprema Corte come organo di nomofilachia”, garante cioè della uniforme interpretazione della legge.

Siamo fiduciosi nel fatto che l’emendamento scomparirà, ma l’intenzione resta ed è evidente.

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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