LONDRA. Sistemi di sorveglianza di massa che ci spiano intrufolandosi nei nostri cellulari, indirizzi di posta elettronica e computer, costruiti dalle aziende occidentali per le agenzie di intelligence: sembra un film di spionaggio hollywoodiano, invece, secondo WikiLeaks, è la realtà tessuta da 160 imprese, che avrebbero sviluppato e offerto a 25 governi tecnologie per controllare i propri cittadini.Rivelazioni contenute in SpyFiles, un database di 287 file con le prestazioni offerte dalle società di sorveglianza, pubblicato ieri per sferrare un «attacco di massa contro questa industria della sorveglianza di massa» ha spiegato Julian Assange alla presentazione a Londra. «Chi di voi ha un iPhone? Chi ha un blackberry? Chi usa Gmail? Beh, siete tutti fregati», ha detto, precisando che tra i paesi che stanno sviluppando questi «sistemi» ci sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, il Sudafrica e anche l’Italia. Libia e Siria, invece, li avrebbero impiegati.
LONDRA. Sistemi di sorveglianza di massa che ci spiano intrufolandosi nei nostri cellulari, indirizzi di posta elettronica e computer, costruiti dalle aziende occidentali per le agenzie di intelligence: sembra un film di spionaggio hollywoodiano, invece, secondo WikiLeaks, è la realtà tessuta da 160 imprese, che avrebbero sviluppato e offerto a 25 governi tecnologie per controllare i propri cittadini.Rivelazioni contenute in SpyFiles, un database di 287 file con le prestazioni offerte dalle società di sorveglianza, pubblicato ieri per sferrare un «attacco di massa contro questa industria della sorveglianza di massa» ha spiegato Julian Assange alla presentazione a Londra. «Chi di voi ha un iPhone? Chi ha un blackberry? Chi usa Gmail? Beh, siete tutti fregati», ha detto, precisando che tra i paesi che stanno sviluppando questi «sistemi» ci sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, il Sudafrica e anche l’Italia. Libia e Siria, invece, li avrebbero impiegati.