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TESTATO SU
PC
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Produttore: Ubisoft
Distributore: Ubisoft
Lingua: Italiano
Giocatori: 8
Data di uscita: 29/10/2013
EUR 64,15EUR 64,15EUR 49,99EUR 59,98 |
Come ogni anno torna il momento di vestire ancora una volta i panni dell’assassino provetto e di ributtarci a capofitto nella storia ricamata da Ubisoft per il nuovo capitolo di Assassin’s Creed. Dopo essere stati Altair Ibn-La’Ahad, Ezio Auditore, Connor Kenway ed in parte anche Aveline, è arrivato il momento di vestire i panni del pirata, più precisamente di Edward Kenway e calarsi nei meravigliosi Caraibi ricreati ad hoc da una Ubisoft comunque capace di reinventarsi qualcosa ogni anno. Va dato merito al criticato sviluppatore francese di come ogni release riesca a tirare su le sorti di un titolo che porta quasi una cadenza semestrale. Certo, anche questa volta ci troviamo di fronte all’ennesimo Assassin’s Creed e a varianti di formule stra-riciclate, eppure come ogni anno l’appeal creato da questa saga è talmente alto da essere sempre apprezzato sia dalla critica che dai giocatori. Noi, dal canto nostro, dopo il non esaltante Assassin’s Creed III ci aspettavamo un cambio di rotta netto in quel di Ubisoft Montreal, ma che così drastico purtroppo non è stato, anche se questo Assassin’s Creed IV: Black Flag risulta comunque uno dei migliori esponenti del franchise. Forse il picco massimo raggiunto dopo il secondo ed inarrivabile capitolo.
la dura vita del corsaro
Nuovo gioco, nuova epoca storica, come anticipatamente rivelato da Ubisoft, Assassin’s Creed IV: Black Flag si svolge durante l’epoca piratesca, più precisamente nel 1715 a Capo Boavista, mentre il nuovo protagonista Edward Kenway (avo di Connor) presta servizio come marinaio su di un non precisato galeone. Appena attaccato dal celeberrimo assassino templare Duncan Walpole, verremo introdotti nel piccolo tutorial iniziale che darà il via ad un’ottimo sviluppo della trama, anche se tutto sommato il plot narrativo dell’intrigante e biondo futuro pirata risulta abbastanza scontato. Il tutto è ovviamente un semplice pretesto per introdurci in mezzo alla lotta tra assassini e templari quasi casualmente, visto che Edward, spinto dalla sua avarizia e voglia di diventare un grande capitano pirata, si fa trasportare alla ricerca di soldi e dell’osservatorio, ovvero una specie di luogo sacro che si dice contenga il più grande tesoro di tutti i tempi: un oggetto talmente potente da poter comandare l’intera popolazione mondiale facendo del portatore una specie di Dio sceso sulla terra. Visto che avrete capito benissimo di cosa si tratti, vi diciamo da subito che Black Flag funge sia da prequel, per quanto riguarda la storia all’interno dell’Animus, che da sequel per le vicende narrate al’interno dell’Abstergo, che ora, vissuto in prima persona, ci metterà nei panni del Campione 17 che dopo la fine di Desmond Miles avrà l’arduo compito di portare a termine le sequenze mnemoniche di quest’ultimo. Abstergo che, detto con sincerità, ha stancato alla grande, annoiando perfino durante le sue esecuzioni, spezzando la trama piratesca già di per sé non brillante, costringendoci a girovagare all’interno di una nuova struttura nella quale, oltre alla noia mortale, non troveremo input di sorta per far sì che la nuova storia messa in piedi da Ubisoft trovi una degna posizione all’interno del titolo.
Raggiunta oramai una certa maturità, per quanto riguarda lo story telling da parte della serie, e dopo la fine delle vicende di Desmond e soci, ci si poteva tranquillamente dimenticare dell’Abstergo ed inserire (magari con più impegno) una storia con avanzamento più classico. Le cose non cambiano nemmeno per quanto riguarda la nota più dolente dell’intera serie, il gameplay che di volta in volta ha presentato non solo meccaniche perfettamente identiche al predecessore, ma soprattutto mai ottimizzate o ampliate in varietà come avrebbe dovuto essere. A differenza di quanto accadeva nei titoli precedenti, in Assassin’s Creed IV: Black Flag è stato inserito un sistema di mira manuale, mentre il combattimento è stato centrato ancora una volta sull’utilizzo di due armi contemporaneamente, ed anche se i nemici risultano più aggressivi rispetto ai titoli precedenti della serie il maledettissimo combattimento a round, dove verremo attaccati da massimo due nemici per volta, restringe tutta la possibile difficoltà di un mega combattimento contro le guardie. Soliti problemi insomma, mai levigati nel corso degli anni: l’idea alla base è ovviamente quella di farci tenere un profilo basso durante le missioni. Profilo basso che si può tenere fino ad un certo punto, perché oltre alle problematiche corse ad ostacoli dove Edward fa quello che gli pare e piace, soccombe un altro gravissimo problema, ovvero l’IA generale che rimane pressoché la medesima e dunque non all’altezza. Per quanto riguarda le meccaniche non troviamo nessuna particolare novità a parte una: alla possibilità di cacciare animali per crearsi fondine e borse, celarsi nell’erba alta o coprirsi in maniera più intuitiva dietro gli alberi o le pareti, si aggiunge un sistema di combattimento dedicato all’ambiente marino, sviluppato appositamente per la caccia ad animali come squali e balene, il che a nostro dire funziona egregiamente, anche se non sappiamo fino a che punto può divertire ed essere importante.
Per ogni pecca che si rispetti ci sono ovviamente anche delle note positive e queste risiedono nelle battaglie navali e nell’esplorazione. La storia si svolge per il 50% sulla terraferma, mentre per l’altra metà è stata scelta la componente navale, già parzialmente presente in Assassin’s Creed III. Co-protagonista di Edward sarà la Jackdaw, una nave in partenza molto sciatta, ma che con il progredire ed i soliti potenziamenti sia estetici che da guerriglia diventerà molto presto la nave pirata più temuta di tutti i Caraibi. Per quanto riguarda la manovrabilità della nave stessa (dalla quale sarà possibile scendere in ogni momento) è stato impiegato un lavoro molto curato nella realizzazione delle battaglie navali, che risultano incredibilmente convincenti sia per la comoda e pur realistica manovrabilità del mezzo sull’acqua che per il comportamento, i canti (magnifici, NdR) ed i rumori della ciurma nelle varie fasi operative. A tutto questo, più una bellissima ambientazione, aggiungiamo la fase di esplorazione proposta da Ubisoft Montreal, che a questo giro ha puntato tantissimo sulla quantità regalandoci un free roaming enorme, che richiederà un 50 ore circa per il completamento delle main quest e relative sub, per ricercare tesori, abbordare galeoni in cerca di Real (la moneta del gioco), spezie e materiali per potenziare la nostra barcarola e renderla una vera macchina da guerra, in grado di affrontare i fortini inglesi sparsi sulla mappa e regalare così la porzione del territorio conquistata ai pirati.
Le cose da fare in questo Assassin’s Creed IV: Black Flag non si fermano qui, perché oltre ad affrontare l’ira di Nettuno per mare, tra tifoni, onde anomale e cacciatori di pirati, potremo anche scovare baie nascoste dove presiedono covi di contrabbandieri, cercare canzoni piratesche che potremo sentire sulla Jackdaw, o dei frammenti dell’Abstergo che ora prendono il posto delle famose piume. Insomma, le cose da fare in questo nuovo capitolo dedicato al Credo degli assassini sono talmente tante che analizzarle tutte richiederebbe altri due articoli a parte, quindi vi basti sapere che se le meccaniche di gioco son sempre le medesime, le cose da fare sono più o meno varianti di cose già viste, il tutto è immerso questo ben di Dio che sa tanto di Pirates of the Caribbean. Ricerca, pedinamenti, scalate ed uccisioni, si alternano tra loro in totale armonia ed oltre a tutti i problemi conosciuti forse questa è una grande rivincita per la serie, che vede Assassin’s Creed IV: Black Flag come uno dei più completi e migliori esponenti della saga.
Anvil Next e Multiplayer… che coppia!
Per quanto riguarda la grafica, riferendoci alla current gen, non notiamo grossi passi avanti rispetto al terzo capitolo, salvo una diminuzione dei bug grafici ma permangono alcuni difetti come pop-up dei personaggi non giocanti, nonché diversi cali di frame-rate anche sui 20/25 FPS nelle situazioni di maggiore caos, sebbene complessivamente siamo senza dubbio dinnanzi all’Assassin’s Creed più bello di tutti. Vista la veneranda età delle ammiraglie Sony e Microsoft non ci si può lamentare, anzi dobbiamo lodare l’assoluta somiglianza tra le due versioni. Sia su Xbox 360 che su PlayStation 3 abbiamo il classico 720p nativo accompagnato da un algoritmo di anti-aliasing che mostra un po’ il fianco in sub-pixel, ma che complessivamente fa un ottimo lavoro. La situazione è diversa per quanto riguarda il PC (versione da noi testata) in quanto ancora una volta Ubisoft si è dimenticata di ottimizzare al meglio il codice. Anche sulle configurazioni più potenti è difficile mantenere stabili i 60 fotogrammi al secondo, perfino scendendo a compromessi coi filtri grafici. Fortunatamente, attivando il V-Sync, il titolo tende a bloccarsi a 30 FPS riducendo al minimo lo stuttering, ma senza eliminarlo del tutto e paradossalmente in un paio di circostanze abbiamo assistito a drop vertiginosi, sino a due o tre fotogrammi al secondo, per fortuna sporadici e di breve durata. Discorso inverso per quanto riguarda l’aspetto puramente grafico, che tra scorci mozzafiato ed una cura per i dettagli superiore al passato, nonché filtri avanzati di ombreggiatura ed illuminazione, lascia davvero senza parole in diverse occasioni. Resta da vedere il comportamento del gioco sui sistemi next gen, ma siamo certi che l’impatto grafico si piazzerà a metà strada tra la current gen ed i PC più performanti. È già prevista su PlayStation 4 una patch per mandare il gioco in Full HD nel periodo post-lancio.
L’audio invece regala sensazioni uniche se si dispone di un buon impianto home cinema o di cuffie dolby digital, con un doppiaggio interamente in Italiano, cori pirateschi come sottofondo al rumore delle onde e del volo dei gabbiani. Un’effettistica davvero di tutto rispetto, che alimenta il fascino del periodo storico e della sensazione di libertà offerta dal mare. Ci si aspettava qualcosa di più solo dalla colonna sonora, colpa forse della main theme di Pirati dei Caraibi che ci rimbomba ancora in testa.
Spendiamo qualche parola anche per le mirabolanti strategie di mercato multigiocatore. Come ogni anno, anche in Assassin’s Creed IV: Black Flag è stato introdotto forzatamente il multiplayer con delle componenti di matrice cooperativa-competitiva, che non riescono ad allungare l’esperienza di gioco. Le modalità proposte sono le stesse viste nel capitolo dello scorso anno ed oltre alla oramai conosciuta modalità di ricerca (ed uccisione) di uno dei giocatori all’interno della sessione corrente, si va ad affiancare la possibilità di cooperare, per mezzo della modalità branco, nella quale un gruppo di giocatori dovrà accumulare i punti richiesti da un contatore entro il tempo limite concesso, per aver accesso alla “sequenza successiva” dove magari si avrà meno tempo a disposizione o si alzerà l’ammontare di punti richiesti. Nonostante la presenza del Game Lab, strumento che ci permetterà di realizzare una partita multiplayer personalizzata, sia a livello di obiettivi, che di difficoltà, il multiplayer porta ben poco di nuovo, a parte un apprezzatissimo restyling dell’interfaccia e dei menù di selezione (tra l’altro arricchiti da nuovi contenuti) ed una più ampia e più accessibile possibilità di customizzazione dei personaggi. Tuttavia, su tutto il resto non ci siamo proprio, la solita forzatura commerciale tra l’altro sempre uguale, che non ci è piaciuta per niente.
Assassin's Creed IV: Black Flag è l'ennesimo capitolo di una saga oramai stanca, ma che ogni anno non smette di far sognare i fan del Credo dell'assassino. Quello che abbiamo provato è un buon gioco, che ci è piaciuto e ci ha annoiato allo stesso tempo, visto che quasi palesemente troveremo anche in questo capitolo le solite formule/missioni/meccaniche che Ubisoft ricicla di in anno in anno, così come alcuni errori di progettazione gravi che la serie si porta dietro fin dal primo capitolo. A tutto questo aggiungiamo l'ennesima prova di un multiplayer scadente, inserito forzatamente e che annoia, non riuscendo ad intrattenere nemmeno per pura curiosità. Ovviamente, ci sono anche delle note positive che rendono questo Assassin's Creed IV: Black Flag uno dei migliori esponenti della serie dopo il secondo capitolo. Lo sviluppatore francese, a parte le solite sbavature, ha infatti puntato tantissimo sulla quantità, mostrando un free-roaming praticamente enorme che fa sfoggio di atmosfere magiche: quelle che possono regalare solamente i Caraibi ed i pirati. Menzione d'onore anche per la parte più riuscita del gioco, ovvero le battaglie navali, nettamente migliorate e che sapranno regalarvi ore di esplorazione e divertimento in mezzo al mare, a discapito di alcune missioni sottotono sulla terraferma. Insomma, questo nuovo Assassin's Creed non sorprende, come abbiamo spiegato, ma riesce ad immergere il giocatore come non mai in una delle ambientazioni più evocative e vaste di questa generazione, con una storia di contorno di tutto rispetto e tantissime cose da fare. Bocciamo invece l'IA, il combat system ed il ritorno all'Abstergo, forse, anzi togliamo il forse, sarebbe ora di cambiare rotta in quel di Ubisoft, perché questo Assassin's Creed aveva il potenziale per essere grande, peccato invece rimanga ancorato ai bassi standard a cui ormai ci ha abituato la serie. ZVOTO 7.5