Asse Napolitano-Casini-Alfano contro il PD: legge elettorale per favorire un Monti-bis

Creato il 17 novembre 2012 da Candidonews @Candidonews

Non c’è niente da fare, il peggior nemico del PD al momento è Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato vuole assolutamente Mario Monti ancora in sella nella prossima legislatura e farà di tutto perchè ciò accada, sabotando ogni piano del Partito Democratico per cercare di vincere le prossime elezioni. Bersani è isolato.

Il Presidente della Repubblica ha proposto il 10 marzo come ‘election day’ per le Regionali, dandola vinta al Pdl. Si è detto disposto a sciogliere le Camere anticipando per quella data anche il voto delle Politiche a condizione che vengano approvate Finaziaria e Riforma elettorale. Una riforma tale da non far ottenere una maggioranza al CentroSinistra lasciando spazio ad un Montibis.

Intanto in questi giorni si dovrebbe formare il ‘partito dei montiani’, altro elemento chiaro che porta verso un proseguimento dell’esperienza dell’esecutivo del Professore. Un governo che sta minando lo stato sociale con riforme dolorose di lavoro, pensioni, sanità ed enti locali.

Huffington Post:
Soprattutto c’è preoccupazione e irritazione per l’atteggiamento del Pd, che sta facendo le barricate sull’introduzione di una soglia minima (il testo Malan all’esame del Senato la propone al 42,5%) per ottenere un premio di maggioranza. Il punto di vista del Quirinale è che il quadro politico è molto frammentato in partenza, è da lì che, secondo il presidente della Repubblica, dovrebbe partire anche Pier Luigi Bersani. Insomma, si auspica maggiore disponibilità al dialogo. E la prova del nove si vedrà subito, visto che Schifani ha già annunciato che la legge elettorale verrà licenziata da Palazzo Madama entro la fine di novembre e la maggioranza Pdl-Udc-Lega potrebbe – sulla carta – portarla avanti anche senza il Pd, proprio come hanno fatto fin dall’inizio. Poi ci sarà la lettura a Montecitorio. Fasi che viste dal Colle sembrano solo colme di pericoli e imboscate che tengono il fiato sospeso fino all’ultimo. Napolitano aspetterà al massimo fino a prima di Natale e poi, se ancora il Parlamento non avrà spazzato via le storture del Porcellum, secondo la sentenza della Consulta su quel premio di maggioranza sproporzionato contenuto nel Calderolum, allora il capo dello Stato farà il suo richiamo alle Camere. Messaggio che più forte non si può per farsi ascoltare.


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