Gustare una presentazione da spettatrice e non per lavoro è decisamente tutta un’altra storia.
La location è quella di Palermo, facoltà di Giurisprudenza, un’aula che da sul giardino della facoltà. Molto bello.
Sono arrivata in netto anticipo. E’ sempre bello vedere le tensioni prima di un incontro. L’ansia da prestazione degli organizzatori. Arrivare prima ti permette di salutare e chiacchierare con gli amici e fortunatamente, che seguiva questo evento, ce n’erano.
Questo evento non volevo perderlo per diversi motivi, tra tutti la presenza di Loris Mazzetti e di Nicola Biondo, persone che stimo per quello che sono e che scrivono.
Il libro che veniva presentato a Palermo è “Assedio alla toga” ed è un libro-intervista di Loris Mazzetti a Nino Di Matteo.
L’incontro è stato davvero molto bello. Nino Di Matteo, il protagonista della giornata, è arrivato con moglie, figli, genitori e scorta [doppia] al seguito. Per una volta, forse preso dalla forte emozione del suo libro, l’ho visto molto umano. Nino Di Matteo non è uno dalle grandi esternazioni, è sempre molto teso e raccolto nella sua figura da magistrato. Oggi sembrava molto “disteso”. Certo, alcune domande lo hanno portato a dover fare il magistrato e liquidare con “A questo non posso rispondere” ma ha regalato sorrisi e battute alla sala.
L’aria che si respirava, a mio parere, era molto amicale. Forse perchè vedevo dietro un microfono delle persone che conosco ma non vi era per nulla la pesantezza di un incontro. Alcuni a volte sembrano macigni.
Il convegno si è aperto con la presentazione dei due autori da parte di Nicola Biondo. Ha riservato per entrambi della magnifiche parole che hanno fatto un quadro perfetto dei due.
Nino Di Matteo è l’uomo perbene.
Loris Mazzetti è il giornalista.
Queste due frasi sembrano forse troppo banali ma così non è.
Durante l’incontro si è parlato di giustizia. A 360°. Dalle riforme, a quanto è difficile spiegare le norme agli studenti visto che subito dopo vengono cambiati, agli smacchi di questo Paese, all’importanza delle intercettazioni.
E poi si è parlato di lui, di Di Matteo uomo, del perchè di questo libro, di cosa significa vivere in questa terra e vive in e per la giustizia
Il convegno si è concluso con una riflessione di Di Matteo che ha chiesto ai due giornalisti, Mazzetti e Biondo, come mai tanti giornalisti vanno a seguire i processi e poi non si riscontra nulla nei giornali.
Insomma, da intervistato Di Matteo si trasforma in intervistatore.
Lunga fila per le dediche richieste a Nino Di Matteo.
Il mio libro non ha la dedica di Di Matteo. Non sono solita chiederne. Il mio libro ha la dedica di Loris Mazzetti. La mia copia me l’ha regalata lui. E’ già uno dei libri a cui tengo di più.
Il convegno iniziato alle 17.15 è finito alle 21.