Però si può uscirne bene quando in un momento drammatico per il Paese il maggior partito politico riunisce i suoi stati generali senza parlare nemmeno un minuto di politica vera e dei problemi che incombono? Può anche darsi che il suicidio sia una buona tattica per evitare che qualcuno ti ammazzi, ma si è morti lo stesso. L’hotel Ergife, dove si è svolta l’assemblea, non porta certo bene, è stato uno dei luoghi dove si è consumato il dramma e la farsa della prima repubblica e vedere un partito del tutto separato dalla realtà del Paese intento solo a dirimere le sue vicende interne è penoso. Badate il senso stesso di questa assemblea dimostra la separatezza ormai incolmabile dell’apparato dalla base elettorale: infatti i mille delegati (ne erano presenti oltre 600) eletti con le primarie del 2009 sono stati chiamati a modificare ciò che milioni di persone avevano deciso: cioè che Bersani fosse il segretario del partito e il candidato premier alle elezioni. Vale a dire che il voto della base scade come il latte fresco e quello del gruppo dirigente ha la persistenza di una scatoletta di simmentahl: dal momento che i rapporti di forza sono cambiati, che altri personaggi sono all’orizzonte, quella monumentale assemblea che ormai rappresenta solo se stessa, ha cambiato l’articolo 18 dello statuto per permettere la corsa a Renzi. Sta diventando un vizio, ma in questo caso, al contrario di quanto è avvenuto per lo statuto dei lavoratori, la regola è stata sospesa “temporaneamente.” Proprio così, anche se può sembrare incredibile, temporaneamente. Dice il segretario che “il mondo ci guarda” e forse, chissà, ci saranno state dirette anche in Indonesia, ma ciò che conta è come si guarda, magari alle volte sarebbe bene non farsi riconoscere.
Insomma lo statuto è a la carte. E questo orrendo pasticcio viene rappresentato come prova di maturità da un apparato che nemmeno è sfiorato dalle idee, che ormai ha persino dimenticato che esistono, ma è terrorizzato solo dal timore di una scissione che ne comprometta le possibilità di rielezione. E mica è finita perché ci vorranno settimane per contrattare le regole delle primarie: l’assemblea in realtà è appena cominciata. Ci saranno altre prove di grande maturità intanto che il Paese va a remengo secondo i sublimi dettami della finanza: i cittadini e la democrazia reale li si ammazza facilmente.