Ho già detto, biascicando Pirandello, che la Storia in
Italia tende sempre a presentarsi come una triste buffoneria, la farsa della
ripetizione evocata da Marx. Passano gli anni e dopo il Kosovo e il Libano vedo
ripresentarsi sempre la stessa nauseante rappresentazione che mette in scena il
peggio del nostro paese. I guelfi che scendono in campo contro i ghibellini,
teoricamente per qualche evento di portata internazionale, ma in pratica solo
per portare acqua al proprio mulino casalingo, quello della propria parte o, a
volte, del proprio personale narcisismo. Ecco che succede di nuovo con
Gheddafi. Un porco dittatore quando stringeva la mano a Berlusconi, ora una
vittima dell’imperialismo coloniale euro-americano. Viceversa (per i
trinariciuti governativi), un fascinoso gentiluomo esotico quando veniva
ricevuto a Palazzo Chigi e ora un beduino da bombardare.
Le cose cambiano nel
giro di pochi giorni, ma quello che fa veramente cadere le braccia è la
percezione di un’assoluta mancanza di senso del dramma. Tranne poche ottime eccezioni,
le posizioni di tutti si riassumono in: ha ragione Gheddafi e può fare quello
che vuole o in hanno ragione gli americani e possono fare quello che vogliono.
Ogni posizione più sfumata favorisce «il nemico» quindi è bollata come
cerchiobottismo o sega mentale. Gheddafi stava massacrando popolazioni che sono
insorte contro una dittatura quarantennale. Non fare niente era immorale.
Bombardare uno Stato sovrano è altrettanto immorale. Non serve essere degli
esperti di etica per sapere che, persino nella vita di tutti i giorni, spesso
bisogna scegliere di commettere un Male per un buon motivo. Volete illudervi di
essere sempre dalla parte del bene? Di avere le mani pulite di sangue? Questa è
la vera vigliaccheria.
Prendiamo tutti una posizione sui bombardamenti in Libia. Io sono a favore, voi forse siete contro. È la democrazia. Ma per piacere accostiamoci alla questione con senso del dramma, senza cori da stadio o dandismo da bar-sport. Noi scriviamo dai nostri tinelli riscaldati, qui ci sono persone che non hanno potuto scegliere da che parte stare perché la Storia gli è precipitata addosso come un masso, sono state bombardate, torturate, gli è stato ordinato di sparare, di torturare, si sono ribellate, si sono arrese. L’indegno coro da curva che si alza dal nostro paese offende la Storia che non è un teatrino di quart’ordine, ma un vero e proprio cimitero.