Assenzio a Barcellona

Creato il 31 maggio 2012 da Witzbalinka

Di tutte le bevande del mondo probabilmente non esiste nessuna che si trascini dietro una leggenda così ammirevole come l’assenzio, chiamata tradizionalmente “la fata verde” sia per il suo colore verde smeraldo che raggiunge al momento del grado di distillazione ideale (in nessun caso minore di 70º), sia per il mondo magico a cui dà l’accesso, uno stato alterato della coscienza, attivo, fertile e potenzialmente terrificante, che può condurre sia in cielo che all’inferno. 

È questo il motivo per cui l’assenzio è diventata la bevanda per eccellenza di tutti gli artisti del modernismo e del movimento simbolista. Ne danno testimonianza sia la letteratura che i dipinti dell’ultimo terzo del XIX secolo ei primi anni del XX secolo, da Rimbaud e Verlaine ad Oscar Wilde, da Van Gogh a Picasso. Nel 1915 venne poi proibita per motivi di salute pubblica e per salvare i cittadini dalle pericolose allucinazioni che solo questa bevanda era in grado di provocare, a quanto pare molto più importante che proteggerli dalla realtà pericolosa e aberrante che tali autorità proibizioniste non hanno avuto scrupoli ad alimentare attraverso una guerra di potere distruttiva senza precedenti.

Non si è neanche mai riuscito a definire in modo adeguato l’esperienza sensoriale che provoca l’assenzio, nonostante invece siano stati descritti abbondantemente i modi in cui assumerlo, sia al cinema che nei dipinti. Vista l’alta gradazione della bevanda è necessario diluirla con acqua. Si posiziona quindi un cucchiaino da caffè con una zolletta di zucchero sul bicchiere con l’assenzio su cui si va versando lentamente un bicchiere di acqua fredda fino a che il mix dei due liquidi non raggiunge l’aspetto perfetto, bianco simile all’opale, che viene chiamato louche (torbido), un termine di sensibili risonanze di alchimia. 

Dal momento in cui è stato proibito sino ai giorni d’oggi è ancora vietato venderla in Francia nonostante venga permessa l’esportazione. Parigi è sempre stata la Mecca della boheme ed è per questo motivo che fu la città che più si identificò con l’assenzio, cosa di cui ne dà la testimonianza sia l’entrata del metro Hector Guimard sia il fatto che secondo le statistiche nel 1910 vennero consumati la maggior parte dei 36 milioni di litri del liquore prodotti in Francia quell’anno. 


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