Assicurazioni auto: facciamo due conti?

Creato il 03 gennaio 2014 da Miroku

Ho sempre ritenuto le diversità di trattamento dei cittadini italiani in netta opposizione ad ogni minimo principio di costituzionalità, di qualsiasi differenza di tratti. La legge italiana impone la copertura assicurativa su ogni mezzo di trasporto a motore: se vuoi muoverti, se vuoi andare a lavorare e il tuo percorso casa-lavoro non è coperto dai mezzi pubblici, sei costretto ad utilizzare un mezzo privato e, di conseguenza, sei costretto ad assicurare il tuo mezzo.

Quanto dovrai pagare? Sembra logico che l’importo sia tarato sulla tipologia di veicolo, sul tipo di percorso che intendi effettuare, sull’abilità del conducente, magari anche sull’età o esagerando sul tipo di vita che conduci. Già stiamo a livelli di discriminazioni medievali quando facciamo la distinzione per sesso, ma distinguere per città o per regione ha veramente qualcosa di “italiano”. La discriminazione territoriale fa già schifo di per se, ma se ci fermiamo un secondo ad osservare i numeri, ci rendiamo conto è molto peggio di quello che possiamo immaginare.

Cercando su internet si trovano i rapporti più disparati su incidenti, assicurazioni, tariffe, proteste, scuse e montagne di altro materiale sulle polizze auto. Io ho voluto semplicemente prendere in considerazione i numeri, quelli in genere non mentono e non si danno a facili sproloqui.

Primo passo: cerchiamo di capire quanti veicoli circolano in Italia. Ci viene in soccorso l’ACI che nel 2011 effettua uno studio e ci da una indicazione di quanti possano essere i veicoli circolanti (presumibilmente) in Italia. Sul sito sono presenti i dati: http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/veicoli-e-mobilita.html.

Secondo passo: quanti incidenti ci sono in Italia? Ci affidiamo ai dati ISTAT, sempre del 2011 sul numero di incidenti e feriti in Italia. A voi la fonte: http://www.istat.it/it/archivio/73732.

Terzo passo: quanto si paga mediamente per regione? Qua non potremo essere precisissimi ma ci affidiamo a questo bello studio di Cittadinanzattiva. Prendiamo in esame il caso di un quarantenne che assicura un’autovettura di 1.33 CC in C.U. 1 (prima classe unica), col solito sconto Bonus-Malus e col massimale al minimo previsto dalla legge. Si tratta di dati del 2013, ma tanto in questi due anni non è cambiato nulla.

Quarto passo: raggruppiamo i dati per regione e mettiamoli a confronto. Ecco il risultato:

Facciamo due ragionamenti dati alla mano. Abbiamo il numero di autovetture presumibilmente circolanti in Italia nel 2011, il numero di incidenti avvenuti in Italia nel 2011 e la tariffa che verrebbe applicata al cliente del caso riepilogato al terzo passo.

In Italia, nell’anno 2011, mediamente lo 0,42% delle autovetture circolanti ha subito un incidente.

Ora è chiaro che si tratta di un dato “grossolano”, bisognerebbe considerare tanti altri fattori quali le frequenze di utilizzo delle vetture, la pericolosità dei percorsi, il caos e il traffico cittadino, ecc. Tuttavia quando si parla di “numeri grandi” si può assumere che l’approssimazione fatta non vari granché il risultato.
In verde vi ho evidenziato le 5 regioni il cui numero di incidenti, rapportato al numero di veicoli circolanti è più basso. In rosso ho evidenziato le 5 regioni con la situazione diametralmente opposta.

Lascio a voi tutte le altre considerazioni, io mi soffermerò solo sui casi “assurdi” di Campania ed Emilia Romagna.

In Campania si sono verificati, nell’anno 2011, 10.225 incidenti su un totale di 4 milioni e mezzo di veicoli gironzolanti per le strade campane.

Solo lo 0,23% delle vetture circolanti ha subito un incidente, dato che fa della Campania la terza regione più virtuosa, superata solo dalla bellissima Valle D’Aosta e dalla Calabria.

In Emilia Romagna si sono verificati 20.415 incidenti su un totale di 3 milioni e 700 mila veicoli in giro per i colli bolognesi e le riviere romagnole.

Lo 0,55% delle vetture hanno subito un incidente, il doppio rispetto alla Campania. Peggio hanno saputo fare solo i piloti Toscani e Liguri (quest’ultimo un altro caso davvero inspiegabile: lo stesso numero di incidenti della Campania con un parco macchine di un quarto rispetto al campano).

Detto ciò vi aspettereste che, se proprio dobbiamo discriminare il cittadino in base al territorio, un romagnolo paghi mediamente più di un campano. Invece c’è da restare senza parole quando si scopre che il povero campano paga il 65% in più del connazionale emiliano (1.047€ contro 633€). Qualcuno potrà far notare che la percentuale di “truffe” o “falsi incidenti” in campania potrebbe essere molto più alta, ma nessuno nota che nonostante questo fenomeno, si tratta sempre della metà degli incidenti, truffe comprese.

Possibile che in uno stato in cui, per quanto giusto, è “obbligatorio” ad avere una polizza, nessuno riesca ad imporre un controllo rigido sulle tariffe delle RCA ed a fare in modo che ogni cittadino italiano venga trattato come tale e non discriminato in base a pregiudizi senza alcun fondamento logico?


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