Assistenza e pensione, il welfare state è ormai un ricordo. Risparmiare per il futuro

Da Mrinvest

Dagli inizi degli anni Sessanta, le famiglie non si sono dovute preoccupare né di garantirsi una pensione futura né di risparmiare per garantire un’istruzione adeguata ai propri figli né tanto meno per affrontare la spesa sanitaria.
Nel 1962 il sistema economico italiano era sostanzialmente in ordine. L’ammontare del risparmio interno era bilanciato rispetto alla somma degli investimenti pubblici e privati. Negli anni si era passati ad una economia di piena occupazione ed era aumentato il potere contrattuale di quella parte sociale che richiedeva sempre più servizi e protezione sociale. Lo “Stato mamma”, il welfare state, provvedeva a tutto, dalla nascita alla morte.

Oggi non è più così. Anche le categorie di lavoratori che avevano un sistema previdenziale più protetto devono fare i conti con la nuova realtà, per non parlare dei precari che hanno una posizione previdenziale incerta o addirittura inesistente.
Per esempio, non esistono più quelle facilitazioni che hanno permesso ai dipendenti pubblici

(intere generazioni di insegnanti, ferrovieri, infermieri e dipendenti degli enti locali) di andare in pensione con 15-16 anni di lavoro.
Oggi, il peso contributivo di migliaia di baby pensionati e di prepensionati sul bilancio degli enti che erogano gli assegni previdenziali, rischia di gravare sulle generazioni future. In effetti, si sta diffondendo l’idea dell’esistenza di un conflitto generazionale tra padri e figli, poichè i lavoratori di oggi e di domani dovranno sostenere le pensioni dei lavoratori di ieri.

Al tempo stesso, le famiglie italiane, che hanno potuto godere per anni di alti tassi di rendimento dei titoli pubblici, oggi si trovano di fronte ad una realtà diversae non possono più permettersi di gestire allegramente i loro risparmi, come negli anni in cui i titoli di Stato la facevano da padrone, con rendimenti a due cifre.
Ogni persona o singola famiglia dovrà porre maggiore attenzione alla pianificazione finanziaria e all’allocazione delle proprie risorse per potersi garantire il soddisfacimento di quei bisogni che una volta erano garantiti dallo Stato e che per il futuro dovranno invece essere integrati dalla capacità di risparmio dei singoli.
Assistenza sanitaria, pensioni, istruzione e lavoro non fanno più parte di un modello assistenziale statale.
Il welfare state è ormai un ricordo. Di conseguenza, il cittadino, sopperendo alle carenze dello Stato, è costretto ad assumersi oneri e responsabilità che prima non aveva, e quindi dovrà necessariamente risparmiare per il futuro.