In primo grado Presta, 3 anni fa, era stato assolto dall'accusa di ingiuria "per aver agito in stato di ira determinata da un fato ingiusto altrui", ovvero, perché non era stato giusto, secondo il giudice, che Giletti avesse criticato così aspramente Paola Perego e il suo reality show La Talpa. Presta era stato però condannato a pagare 700 euro per diffamazione, visto che aveva riportato i suoi epiteti offensivi anche agli organi di stampa. Due settimane fa l'agente dello spettacolo, difeso dall'avvocato Francesca Coppi, ha ottenuto in Appello la prescrizione anche per il reato per cui era stato condannato, la diffamazione.
Finisce in una bolla di sapone, quindi, la querelle del piccolo schermo che ha portato sul banco degli imputati Lucio Presta. La vicenda risale al 9 ottobre del 2005. Su Rai Uno va in onda, all'interno di Domenica In, il segmento presentato da Massimo Giletti, L'Arena. Tema della puntata sono i reality show e la tv spazzatura. Nell'occhio del ciclone finisce proprio il programma La Talpa. Giletti critica aspramente il reality, mandando in onda uno spezzone dello show in cui i concorrenti devono mangiare dei veri occhi di bue.
Presta non ci sta e gli dà appuntamento in un bar. Appena arriva, Giletti, viene insultato: "Sei un servo di Baudo e Meocci", "quaquaraquà" e poi riceve anche uno sputo in faccia. Giletti lo querela. Poi il tribunale, corte d'Appello e prescrizione. Per le ingiurie era già stato assolto. Secondo il giudice, "sebbene la critica di Giletti sia stata legittima, mandare in onda immagini (quelle del reality La Talpa, ndr) in un contesto diverso (Domenica In, ndr)" è un fatto ingiusto.
Francesco Salvatoreper "La Repubblica"