Una breve riflessione venutami in mente mentre facevo qualche esercizio per impratichirmi un po' di più nella lingua inglese.
Della serie: Quando la mente non ha voglia di concentrarsi troppo sullo studio e si cerca ogni buon motivo per vagare il più lontano possibile da quello che si sta facendo (paroloni per definire il ben più comune cazzeggio).
Ecco a voi il paragrafo colpevole di tutto ciò:
«A common way to intensify the meaning of ungradable adjectives is with the adverb absolutely. We use this device to add emphasis in spoken and informal English; it is not common in writing.»(Mark Foley & Diane Hall, Longman Advanced Learner's Guide: A self-study reference & practice book with answers, 2003, p. 233)
A questo estratto, rispondo con una citazione di Beppe Severgnini (che di italiano e inglese è inutile dire che ne sa a pacchi) a me cara:
«Assolutamente sì è assolutamente insopportabile. Rivela infatti tre debolezze. La prima è la rassegnazione: lo dicono tutti, lo dico anch'io. La seconda è la piaggeria davanti all'inglese: assolutamente sì è figlio di absolutely. La terza debolezza è la più inquietante: diciamo assolutamente sì perché siamo convinti che il sì non basti. La più bella, semplice e netta tra le affermazioni italiane — come sanno bene gli amanti e gli sposi — è affievolita dall'abitudine, minata dalle bugie, segnata dalla disattenzione.»(Beppe Severgnini, L'italiano. Lezioni semiserie, 2007 pp. 28-29)
Sì, ok, cari inglesi. Fate pure quello che volete con la vostra affascinante lingua, ma non posso reprimere i conati di vomito quando sento in televisione o per strada gli odiatissimi assolutamente sì o assolutamente no. Figuriamoci quando li sento dire da persone che della scrittura in lingua italiana hanno fatto una professione.
Che schifo. Punto.
E.