25 settembre 2014 Lascia un commento
Il salto e’ un po’ troppo grande e le differenze tra i due universi troppo marcata e ad un certo punto per Winton diventa una questione di vita o di morte saper leggere cio’ che gli sta accadendo attorno.
Non mancheranno le soprese.
Libro delizioso e curioso. Lo so mi ripeto ma non so che farci, questa fantascienza e’ tanto antica quanto piena di meraviglia, la vera fantasia al potere che fa passare con un sorriso e tanta ingenuita’, l’idea che la Luna come Venere o Marte siano abitati da strane creature da conquistare o da allearcisi.
Alieni e umani sono figure belligeranti e ottuse come si poteva intendere a quel tempo ma la dote di scrittori come Brown e’ di trasformare l’ingenuita’ in entusiasmo bambino.
Ci si ritrova a scivolare sulla storia pagina dopo pagina nella piu’ totale ansia ed emozione per scoprire assieme al personaggio che diavolo stia accadendo e come ne uscira’ vivo, domandandosi nel contempo cosa si farebbe al suo posto. Concepire un multiverso d’infinite variabili e’ la chiave del racconto che affronta l’idea di per se stimolante e straordinaria se pensiamo che la fisica quantistica non aveva ancora espresso tutto il suo potenziale e Feynman stava ancora perfezionando le sue teorie sull”Elettrodinamica Quantistica.
Al lettore non resta che riflettere sul fatto che in fondo i propri sogni e desideri, senza eccezioni pur con tutte le esagerazioni possibili, altro non sono che variabili matematiche probabilistiche.
Il mondo ideale quindi esiste ed e’ reale come e quanto il nostro, semplicemente e’ da un’altra parte.
Magia, pura magia di scrittura costruita sul contenuto e sul ritmo.
Dimenticavo. Per una strana coincidenza, il libro di Brown si collega a filo doppio con "Uomini in rosso" di Scalzi.
Assurdo universo eh?