Sto cercando qualche canale che trasmetta la diretta del lancio della Soyouz con a bordo la prima astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. Sto già disperando, quando approdo su Rai News 24. E la diretta C’E’! Il primo pensiero è stato “che bello almeno su un canale di notizie fanno la diretta del lancio”. Non male.
La scienza (in generale) difficilmente approda in TV. Certo, su un canale di notizie, non sulla rete principale, ma è già qualcosa. Mi godo le immagini, il racconto della giornata prima del lancio, la storia del pupazzetto (il pupazzo di neve di Frozen, appeso nella capsula Soyouz) che fa da indicatore dell’accelerazione, le “semplificazioni” eccessive dei due commentatori e qualche strafalcione (“la navetta sarà sottoposta a una forza di gravità di 3,6 g…” ripetuto varie volte… ehm, non è gravità… è accelerazione!)… Certo, avrei preferito il commento dei tre ex astronauti italiani (Parmitano, Nespoli e Guidoni) che si prendevano anche un po’ in giro tra loro (non ricordo chi dei tre ha detto “Ecco Samantha che ESCE la bacchetta per premere i pulsanti” e un altro “ESCE la bacchetta? Ma che italiano è?” “Zitto tu, io sono capitano e posso dire quello che voglio”…), ma tutto sommato le immagini del lancio e delle prime fasi del volo parlavano da sole e i commentatori sono persino bravi, costretti a usare termini semplici e a semplificare i concetti.
Il giorno dopo leggo questo articolo, e mi viene il dubbio di essere troppo ottimista…
Avevo dato un taglio positivo alla presenza della diretta, mentre mi trovo a leggere che è il segno del degrado italiano e che non c’è più speranza.
Può anche essere vero, e le polemiche sui costi e l’inutilità delle missioni spaziali (tipo questa o quella dell’ESA denominata “Rosetta”) non fanno che confermare la scarsa conoscenza dei fatti e delle possibilità della scienza. Tipo i costi: 3 euro per ogni cittadino europeo per mandare Rosetta e il lander Philae su una cometa. 9 anni di viaggio e di lavoro delle menti più brillanti d’Europa, tra cui molti italiani. 3 euro spalmati su 9 anni non mi paiono tanti. quanto ci costa la politica ogni anno? Non lo so e non voglio fare il conto. La scienza è difficile Se la scienza e la tecnologia facessero meno paura, fossero meno demonizzate, non ci sarebbe il problema di raccogliere fondi per la ricerca. Samantha passerà i prossimi sei mesi su una stazione spaziale a fare ricerca scientifica. Quella stessa ricerca che permetterà, domani, di creare un nuovo laser per rimuovere un tumore maligno dal seno lasciando intatta la mammella o costruire un antenna più efficiente e meno dispendiosa energeticamente per portare internet ovunque. O che ha permesso in passato di lanciare una costellazione di satelliti che oggi ci guidano da casa nostra a un posto sconosciuto grazie a un ricevitore GPS ospitato nel nostro smartphone. Pensateci: il sistema GPS è una delle tecnologie più sorprendenti e più diffusa. Un satellite che trasmette al vostro telefono informazioni sulla loro distanza relativa da una quota di 20000 km. Con tutti i problemi del caso, di trasmissione, di sincronizzazione degli orologi, di correzioni dovute alla teoria della relatività (eh, già… i satelliti viaggiano parecchio veloci e risentono degli effetti relativistici. E questa è una DIMOSTRAZIONE che la teoria di Einstein non è una baggianata). E una voce vi guida a casa del vostro amico dove non siete mai stati, sbagliando pochissime volte. Il problema… Il problema non sono le TV, sono gli italiani. Loro vogliono calcio, tette e pettegolezzi, e la TV gli propina esattamente quello. La scienza in TV non fa audience: ricordate i primi lanci dello Space Shuttle americano? Grandi dirette televisive. Dopo un po’ erano stati relegati a un misero commento a fine TG, almeno finché non c’era un incidente in volo. La scienza è difficile, bisogna accendere il cervello e cercare di capire cosa succede. Tette, gossip, moviole e falli da dietro non impegnano la mente. Se mai redirigono il flusso sanguigno altrove… Alla fine non posso che concordare con il dottor Loiacono:[viviamo in] uno stato dove ormai la cultura ed un evento storico della scienza, vengono superati da un cantante mediocre, dalla replica di un film e da una banale partita di calcio.
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