l'Accademia di Svezia mi attende? :)
“Atalaya”, in Spagnolo, è una parola bellissima che significa “torre di vedetta”. Persino da questa lontanissima torre Francesco Spinoglio, un italiano che per sua fortuna vive e scrive in Spagna, ha potuto accorgersi della bellezza di Quattro soli a motore. E senza che nessuno l’avesse indotto a farlo, pregato di farlo, prezzolato per farlo, ha deciso di omaggiare il Romanzo e il suo autore di una generosa e accorata recensione, che potete trovare QUI. Dalla sua torre di vedetta della vita umana, lo scrittore e lettore Spinoglio mi ha dedicato parole così esaltanti e preziose, così decisive per incoraggiarmi a rimandare il suicidio, e a proseguire il mio viaggio tra i flutti merdosi di un Mar Letamaio in tempesta, che per alcuni mesi ho avuto soggezione a renderla nota, preso da eccessivi scrupoli e pudori (il suo articolo è di agosto: solo a fine settembre mi sono deciso a riportarne una sintesi lassù, sotto la mia copertina gialla, e solo adesso mi decido a parlarne per esteso).La recensione è in Spagnolo, e io vi invito a provare a intuirla così (in fondo non è un idioma difficile), perché i traduttori automatici la renderebbero, come sempre, incomprensibile e comica (vabbè, ora che l’ho detto è ovvio che vorrete anche divertirvi, ma prima, se vi interessa e avete tempo, leggetela in lingua originale!)Per chi fosse di fretta, la sintetizzo: questa mente sconosciuta, libera e intelligente, è venuta a contatto col mio romanzo mentre si trovava in vacanza in Liguria, grazie al consiglio di un suo amico. Dopo la prima lettura, ne rimase talmente colpito e incantato da volerlo rileggere di nuovo, per esser sicuro di non essersi fatto influenzare dalle lodi tessutegli dall’altro. La seconda lettura ha confermato la prima: un capolavoro (“obra maestra”), e il miglior libro di uno scrittore italiano dai tempi di Pirandello. Francesco Spinoglio scrive ai suoi lettori spagnoli per dirgli che purtroppo gli sta parlando di un libro disponibile solo in Italiano, ma che, auspicando la possibilità che si facciano avanti traduttori e editori spagnoli, lui proprio non poteva, nel frattempo, esimersi dal condividere con loro questa sua entusiasmante scoperta. Dell’autore dice anche molte altre lusinghiere cose, concludendo con un (prematuro) auspicio di Nobel, ma almeno su queste io sorvolo, per timidezza.Se c’è una sola, piccolissima mancanza che posso imputare al mio meraviglioso editore, è di non darsi abbastanza da fare (anche se so che è difficile, e poco remunerativo nell’immediato) per provare a far tradurre e pubblicare i suoi autori di maggiore talento in Spagnolo, Inglese, Francese, per aiutarli a spiccare il volo uscendo dall’angusta gabbia del mondiciattolo culturale italiota, dove torri di vedetta non ce ne sono, e se ci sono sono incustodite, e se sono custodite c’è un custode che usa un finto binocolo per guardarci dentro i filmini porno di sua zia.Ma quello che volevo dire col presente post è solo questo: Grazie, Francesco!
p.s.Ne approfitto per annunciarvi, così, al volo, che sono di nuovo incinto. Corradino vi è piaciuto? Ve ne darò ancora!