Un sospiro di sollievo, sembra aver tirato il mercato finanziario internazionale, all'annuncio che il parlamento greco ha votato a favore dei nuovi tagli al bilancio pubblico, accettando di ridurre del 20% i salari minimi e di licenziare 15.000 dipendenti pubblici nel giro di un anno, oltre ad altri tagli di vario genere.
Forse è però esagerato affermare che le borse festeggiano, che i rialzi degli indici non superano lo 1%, ma di certo la tensione si è un po' allentata, anche se sul tappeto rimangono ancora intatti tutti i dubbi sulla situazione finanziaria ed economica mondiale, pure come quelli sulla tenuta della moneta unica europea.
Quello che piuttosto colpisce delle pagine dei quotidiani italiani di stamattina è la sostanziale indifferenza a cosa è accaduto ieri in piazza Syntagma di Atene, dove 55mila persone (ma per l'unità di misura di certi nostri attivisti potrebbero essere state 5 milioni e mezzo), hanno protestato e ingaggiato una selvaggia battaglia contro la polizia.
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I nostri giornali li hanno immediatamente definiti "Black Blok", denotando quella pigrizia intellettuale che da sempre li contraddistingue, unici in tutti il mondo ad usare l'abusato nome del blocco noto per i disordini provocati in occasione dei vertici del G8.Eppure non dovrebbe essere difficile distinguere la differenza tra quelle poche centinaia di teppisti e le persone che ieri ad Atene hanno sfogato la rabbia di un intero popolo contro un ceto politico, nazionale ed europeo, che li sta condannando alla miseria e alla fame; non si può non notare come, mentre quelli erano isolati, questi di Atene godevano dell'appoggio e dell'incoraggiamento di tutto un popolo, ormai ridotto alla disperazione.
Ma evidentemente ai giornali italiani, e ai loro lettori, interessa di più seguire le grette vicende dei partiti nazionali, sempre più confusi e senza proposte reali, e ai "complotti" in Vaticanoche guardare a scenari internazionali di difficile comprensione.
Eppure la Grecia è così vicina, non solo territorialmente, che bisognerebbe invece guardare bene cosa sta accadendo nelle piazze e nelle strade elleniche, anche per prepararsi a qualcosa di molto simile anche nelle nostre.