Se il personal trainer non basta, ecco i nuovi sensori che misurano il lavoro dei muscoli
Il trend della “wearable technology” continua a proseguire: dopo i braccialetti up che ti indicano se dormi bene, se fai abbastanza attività fisica e se hai una buona alimentazione, arriva Athos il nuovo sensore integrato nell’abbigliamento sportivo che misura l’attività di muscoli, cuore e respiro.
Athos, startup sviluppata da due studenti dell’università di Waterloo in Canada, Dhananja Jayalath e Christopher Wiebe, sfrutta la tecnologia EMG, utilizzata in medicina per misurare i segnali elettrici generati dal nostro corpo. Un piccolo hardware, integrato nei vestiti, raccoglie tutti i dati e li manda in wireless all’app collegata, in modo da tener traccia di quali muscoli sono stati allenati, monitorare il livello dei battiti e del respiro e persino ricevere consigli sui prossimi esercizi da svolgere. La startup, finanziata per 3,5 milioni di dollari dal fondo di investimento Social+Capital Partnership promette di lanciare il prodotto sul mercato nella primavera 2014.
Nonostante il potenziale del prodotto sia enorme, grandi competitors come Microsoft Kinect e Nintendo Wii investono da anni in questo senso. Grazie alle loro tecnologie probabilmente si arriverà a poter monitorare l’attività fisica senza alcun bisogno di indossare un device, ma venendo semplicemente ripresi da una super tecnologica videocamera.
Ma la vera domanda è: se non si pratica sport agonistico, abbiamo davvero bisogno di monitorare così dettagliatamente la nostra attività fisica? Senza competenze mediche e anatomiche possiamo sapere a quanti battiti il nostro cuore deve pulsare durante una precisa attività?
Il mercato risponde con una sete di conoscenza, infatti si stima che nel 2017 il mercato degli accessori smart tech raggiungerà i 70M$. (scopri i settori startup in crescita)
Quello che però spesso manca al contorno delle ultime innovazioni tech in questo campo è un vero supporto di educazione all’uso dello strumento. Forse dovremmo prima conoscere e capire i messaggi che ci manda il nostro corpo e poi iniziare a misurarli.
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