Durante queste vacanze ho avuto modo di guardarmi tutte le olimpiadi e di sentire diverse interviste di atleti italiani nelle diverse discipline.
Quello che si evince dal punto di vista mentale è che il primo sport coach di ogni atleta è se stesso, poi tutto lo staff lavora con strumenti diversi allo stesso obiettivo ma senza una grandissima volontà dell'atleta sarebbe tutto vano.
Vorrei farti alcuni esempi per farti capire cosa intendo:
Josefa Idem a 47 anni e alla sua ottava olimpiade è arrivata in semifinale e poi a 3 decimi dal bronzo nella finale del K1 500 metri. Nella sua intervista prima della finale ha detto questo: "Sono andata oltre ogni limite personale. Mi sono lasciata trasportare dall'entusiasmo della folla. Venivo da due anni schifosi e avevo tanti brutti pensieri. Poi mi sono detta, sono tutte menate, ho letto che Jessica Rossi prima dell'oro aveva dormito sonni tranquilli e ho pensato: se ci riesce una ragazzina perché non posso farlo io che ho 48 anni? Così in acqua la mia canoa filava leggera, ho provato la stessa sensazione di quando avevo 15 anni".
Credo che lei sia un vero esempio dello sport italiano, una donna che ha lavorato con un impegno straordinario e che a 47 anni ha ancora l'entusiasmo di una 15enne.

Queste sono solo due interviste che mi piace riportare ma ascoltando tutte quelle degli atleti italiani alle olimpiadi si trovano esempi perfetti di quello che fa uno Sport Coach con gli atleti, di quali siano gli approcci di chi ha una mentalità vincente e si è allenato non solo fisicamente ma anche mentalmente per arrivare all'appuntamento più importante sapendo di vincere.
Parlo sia degli atleti che hanno vinto una medaglia come Molmenti ma anche di atleti che non hanno vinto come Tania Cagnotto che alle olimpiadi ottiene sempre il 4° posto, nelle sue parole traspare tutto l'impegno e gli sforzi per arrivare li e la delusione per non aver raggiunto l'obiettivo.

Certamente non posso sapere come o quanto Federica Pellegrini si stesse allenando ma dalle interviste degli atleti, anche di sport meno seguiti, se evince chiaramente che per essere sul podio occorrono gradi sacrifici e tanta dedizione, probabilmente la visibilità mediatica dell'ultimo anno non ha consentito alla Pellegrini di allenarsi come un tempo e forse il risultato dipende anche da questo, rimane pur sempre un'atleta da olimpiadi, ma chi è salito sul podio e forse anche qualcuno che è rimasto appena sotto ha dato qual qualcosa in più per meritarlo. Stiamo parlando di atleti ai massimi livelli mondiali nella loro disciplina ed è raro vedere una supremazia assoluta, piuttosto in queste circostanze emergono i dettagli che fanno la differenza. Soprattutto quando a separare un atleta dal podio sono alcuni decimi di secondo, qualche centimetro o un punteggio penalizzato da un errore o una penalità.

L'insieme di questi esempi rappresenta parte del lavoro dello Sport Coach per migliorare gli aspetti che non sono innati o punti di forza per farli diventare un'arma a proprio vantaggio.
La concentrazione, la forza, la dedizione, i sacrifici, le scelte di vita, la scelta dello staff e degli allenatori, la gestione degli stati d'animo prima e durante la gara sono tutti aspetti controllabili o allenabili e tutti insieme diventano importanti per il risultato finale.
Ti consiglio, se non lo hai fatto, di guardare un po' di interviste degli atleti italiani, anche di discipline meno note, molti di loro mi hanno trasmesso una grande passione. Se stai iniziando qualcosa potrebbero darti qualche spunto interessante. Per ottenere grandi risultati, occorre una grande dedizione!!!
Buona lettura e a presto.
