Vi siete mai chiesti quante cose possono succedere chiusi dentro un gabbiotto del bancomat?
A dar retta ad ATM – trappola mortale davvero un botto, soprattutto se siete bloccati dentro da un folle sanguinario e dovete trovare un modo per uscire.
David Brooks crea un film non certo nuovo che riprende molte delle cose viste negli ultimi anni, lo fa in maniera discreta anche se con uno stile un po’ pasticciato.
David, Emily e Corey si fermano in un bancomat isolato in un parcheggio ovviamente per prelevare, solo che al momento di uscire la strada è sbarrata da un uomo col volto coperto.
Fa anche freddino non poco e i tre devono trovare un modo per uscire.
Anche perchè il folle inizia a far fuori passanti e vigilanti e la situazione si fa pesante.
Lui non può (o non vuole) entrare, loro non possono uscire.
Come finirà la faccenda? Chi è l’uomo? Chi riuscirà a salvarsi?
ATM non è malaccio, ha una discreta introduzione che non serve solo a portarci nel chiuso della trappola ma introduce con dovizia i personaggi.
Poi è un po’ forzato il momento dell’apparizione del folle, la paura immediata e incontrollabile del trio (a proposito, pare che due uomini e una donna sia lo standard per film con situazioni del genere).
E ancora prosegue bene con l’evoluzione del terrore, che non è noiosa e si rivela ricca (per quanto la situazione lo permetta) di sorprese anche importanti.
Certo il finale è un pochino deludente e confuso.
Brooks riprende le immagini dell’intro per spiegarci perchè l’uomo non è entrato nel gabbiotto, ma sinceramente non mi sembra che quello fosse il clou della faccenda, la domanda a cui dare assolutamente una risposta come invece pare voler farci credere il regista.
Alice Eve, Josh Peck e Brian Geraghty sono i tre protagonisti che si muovono benino ma sulle cui vicende rimangono alcuni dubbi non risolti dalla trama.
Insomma ATM alterna ottimi momenti ad errori banalucci ma è comunque godibile.