Atmosfere Creative

Creato il 21 agosto 2013 da Larivistaculturale @MePignatelli
Posted on ago 21, 2013 in Cultura, Economia

“Atmosfere Creative” era stato il tema scelto da Walter Santagata per la terza giornata del Forum Internazionale di Florens 2012. L’economista, scomparso improvvisamente la settimana scorsa, è ricordato qui insieme alla Fondazione Florens, per il suo stimolo decisivo ad una presa di coscienza collettiva e pubblica del potenziale del nostro patrimonio culturale.

L’atmosfera creativa, nel pensiero del prof. Santagata, è il frutto di un’intensa circolazione di idee su prodotti, espressioni artistiche, bisogni dei consumatori, innovazioni tecnologiche, modelli di business, design industriale e ricerca della qualità. Ed ogni micro mondo, ogni distretto che respiri quest’atmosfera è in grado di avviare un processo virtuoso di crescita creativa.

Il paradigma “atmosfere creative”, sviluppato nel volume del Mulino pubblicato nel 2012, lega dunque economia, cultura, tecnologia e sviluppo sociale e ha al centro le industrie creative e culturali, riconosciute come potenti motori che favoriscono la crescita economica e promuovono lo sviluppo dei territori nel mondo globalizzato.

Ma già nel 2007, Santagata coordinò per il Ministero dei Beni Culturali lo studio confluito nel “Libro Bianco sulla Creatività” . Il primo obiettivo del lavoro era di delineare il profilo essenziale di un modello italiano di creatività e produzione culturale, con la convinzione che si debba ritrovare la creatività per aiutare lo sviluppo del paese e per valorizzarne la posizione nel contesto internazionale; il secondo obiettivo voleva offrire un contributo alla conoscenza e definizione del macro-settore delle industrie culturali che per la diffusione, trasversalità e immaterialità di molte sue componenti non ha nel nostro paese una identità statistica chiara e ben percepita.

Il nodo cruciale dello studio è il circolo virtuoso che l’atmosfera creativa è capace di innescare per la nascita di nuove industrie, nel campo della cultura:

“Nella costruzione della catena di produzione del valore delle industrie culturali, la creatività svolge il ruolo di input per le tecnologie e la qualità sociale, i due modelli che sono stati analizzati come sfondo interpretativo di questo lavoro. 

Il patrimonio culturale, a sua volta, è una risorsa per la creatività e il suo contributo risale l’intera filiera alimentando l’innovazione economica, la ricerca storico-artistica, il cambiamento del gusto, le tecniche per mantenere, restaurare, sorvegliare, ricostruire e riprodurre i beni culturali. In altre parole il patrimonio storico e artistico accumulato da tutte le generazioni del passato è parte
essenziale di quel contesto culturale che essendo in grado di produrre stimoli positivi interagisce con le capacità di apprendimento dei singoli. Lo stesso ambiente culturale e sociale comunicando con il sistema individuale sensoriale di ricezione delle emozioni è uno dei fattori essenziali della produzione di creatività nei singoli settori dell’industria culturale considerati.

a) Creatività per la qualità sociale
La storia accumulata del patrimonio architettonico è fonte di stimoli creativi nel settore dell’architettura. E’ una specie di presenza attiva nel DNA degli architetti ed è così in ogni altra singola componente del macrosettore: la moda, il design, l’industria del gusto, il software, l’editoria libraria, il cinema, il branding e la pubblicità, la radio e la televisione, la musica e lo spettacolo.
A volte nei settori della qualità sociale non prevalgono evoluzioni di tipo incrementale che si avvalgono sistematicamente del patrimonio accumulato, anzi può accadere, come nel caso dell’arte contemporanea o del design industriale, che il progresso artistico avvenga per rottura di paradigmi del passato e in modo non-cumulativo.
Siccome il modello della creatività per la qualità sociale si fonda su esperienze come la cultura, la tradizione, il territorio, le città creative e i distretti culturali, è evidente come la nozione di patrimonio rappresenti un fattore strategico per garantire un alto tasso sociale di creatività.

b) Creatività per l’innovazione
Nei settori a forte componente tecnologica la presenza di un patrimonio di conoscenze scientifiche, di tecniche e di esperienze è essenziale. Molti sono i settori coinvolti: software, editoria, cinema, radio, TV; e tutti hanno profonde radici tecnologiche, importanti e necessarie per rimanere sulla frontiera della conoscenza”.

Ricapitolando, è l’atmosfera stessa del nostro paese ad essere l’input che porta le menti ad essere creative. E la messa in produzione delle idee creative, nuove e contemporanee, può condurre lo sviluppo economico italiano, alimentandone il mercato e la produzione industriale.

Ed è quindi un modello di sviluppo italiano sostenibile, e da sostenere.

 © Melissa Pignatelli

Articolo scritto anche a nome della Fondazione Florens in memoria di Walter Santagata, direttore culturale di Florens 2012.

Walter Santagata, nel suo contributo alla manifestazione biennale per i beni culturali e ambientali Florens 2012, ha curato il convegno sull’evoluzione della creatività nell’industria del lusso e selezionato tre gruppi di esperti per una giornata di lavori del Forum Internazionale su atmosfera creativa e processi produttivi,  creatività e sviluppo sostenibile e industrie creative nei paesi emergenti.

Fonti e Approfondimenti:

Il Libro Bianco della Creatività, Commissione sulla Produzione di Cultura in Italia sotto la Presidenza di Walter Santagata, rapporto del 2007, Sezioni scaricaribili in pdf dal sito del Ministero, link qui.

La Fabbrica della Cultura, di W. Santagata, Edizioni Il Mulino, 2007, acquistabile qui.

Atmosfera Creativa, a cura di W. Santagata e E. Bertacchini, Edizioni Il Mulino, 2012, acquistabile qui. 

Articolo “Economia della Cultura” a cura di Walter Santagata per l’ Enciclopedia Treccani, consultabile qui.

The Economics of Cultural Policy, David Thorsby, Cambridge University Press, acquistabile qui.

Link Utili:

Centro Studi Silvia Santagata – Ebla, fondato da Walter Santagata

Fondazione Florens

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