Le relazioni affettive che instauriamo nei primi anni di vita con le figure di riferimento (caregiver) sono fondamentali per favorire un adeguato e sano sviluppo dell’individuo.
Secondo Bowlby (1958) i comportamenti e il tipo di relazioni affettive stabilite con i genitori e soprattutto con la madre incidono sul modo di organizzare il rapporto con gli altri (con gli amici, col partner, il grado di fiducia che si ha nel prossimo…) e sull’adattamento futuro. L’autore parla di attaccamento per riferirsi allo speciale legame affettivo che il bambino instaura con la persona che lo accudisce, e dimostra che lo sviluppo armonioso della personalità del bambino dipende proprio da un adeguato attaccamento alla figura materna.
Nello specifico, secondo Bowlby (1969) l’aver avuto, durante l’infanzia, una figura di accudimento sensibile ai bisogni, porterà il bambino a sviluppare uno stile d’attaccamento sicuro, per cui nutrirà un senso di fiducia in se stesso e nel mondo e sarà capace di fronteggiare in modo adeguato le diverse situazioni. Al contrario, una figura d’attaccamento incapace di rispondere con sensibilità ai bisogni del piccolo, favorirà lo sviluppo di un forte senso d’insicurezza e sfiducia verso l’altro e verso se stessi, contribuendo allo sviluppo di un attaccamento insicuro. Questi stili d’attaccamento tendono ad essere costanti nel tempo e ad essere impiegati nelle diverse situazioni relazionali.
Esistono almeno tre stili d’attaccamento insicuro:
- insicuro evitante, il bambino, anche in situazioni di disagio, non ricerca la figura di accudimento perché sa di non poter contare su di lei e appare eccessivamente autonomo per la sua età;
- insicuro ambivalente, il bambino manifesta angoscia da separazione, limita i momenti di esplorazione dell’ambiente e al ricongiungimento con la figura materna è inconsolabile;
- insicuro disorganizzato/disorientato, il bambino appare disorientato, ha comportamenti inadeguati alla situazione, contraddittori e conflittuali. Quest’ultimo tipo d’attaccamento è spesso evidente in bambini che hanno subito maltrattamenti da parte dei genitori o di chi ne fa le veci.
Come già accennato sopra, le relazioni d’attaccamento incidono sullo sviluppo della personalità dell’individuo. Autori come Lorenzini e Sassaroli (1995) hanno focalizzato l’attenzione proprio sul rapporto tra stili d’attaccamento e sviluppo della personalità e hanno messo in luce che esiste una corrispondenza tra attaccamento insicuro, stile di pensiero e disturbi di personalità.
In particolare, un attaccamento insicuro ambivalente è caratterizzato da uno stile di pensiero di evitamento, cioè, questi individui tendono a restringere le possibilità di esplorazione di nuove situazioni per evitare d’essere contraddetti in ciò che fanno o dicono, per evitare invalidazioni. Questo tipo di attaccamento e stile di pensiero sono tipici del disturbo di personalità dipendente, in cui la strategia di evitamento è utilizzata per evitare il contrasto con gli altri; del disturbo ossessivo-compulsivo, dove il confronto con gli altri è evitato per via dell’eccessivo perfezionismo; e del disturbo evitante in cui si evita l’altro per timore d’essere giudicati.
L’attaccamento insicuro evitante può determinare uno stile di pensiero detto d’immunizzazione, in cui l’individuo crea delle ipotesi ad hoc per evitare d’essere invalidato. Ciò è tipico dei disturbi di personalità paranoide, in cui l’idea che il mondo sia cattivo non può essere contraddetta neanche da prove concrete; schizoide, in cui domina la totale indifferenza verso gli altri e loro idee; e schizotipico, in cui all’indifferenza per le relazioni sociali si aggiunge la bizzarria dei pensieri.
L’attaccamento disorganizzato può, invece, sviluppare uno stile cognitivo ostile, proprio d’individui che screditano la fonte da cui provengono le invalidazioni e ribadiscono con forza la propria versione dei fatti. Questo è presente nel disturbo di personalità antisociale, caratterizzato dalla manipolazione degli altri e dalla mancanza di rimorso; e in quello borderline in cui il senso d’identità è fragile ed è presente una reale dipendenza dagli altri, fino al punto che quando l’altro si nega, si trasforma in un nemico da annientare.
Quanto detto finora, non deve portarci a pensare che uno stile d’attaccamento insicuro possa necessariamente portare a sviluppare un disturbo di personalità, ma è sicuramente un fattore di vulnerabilità rispetto a chi ha sviluppato un attaccamento sicuro. Detto questo, è possibile anche nel corso della vita fare esperienze positive, incontrare persone che possono favorire un cambiamento del proprio stile di pensiero.
Nel caso in cui queste rappresentazioni mentali dovessero apparire molto rigide, è possibile pensare di rivolgersi al terapeuta. Nella relazione terapeutica si aiuta il soggetto a divenire consapevole delle proprie rappresentazioni mentali negative e a capire che tali modelli appartengono al passato e possono non essere adatti per leggere e interpretare gli eventi presenti e futuri, per cui vanno modificati.