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Attacco a équipe medico-sanitaria dell'Oms nella Guinea meridionale

Creato il 17 settembre 2014 da Marianna06

 

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E’ ancora incerto il bilancio dell’ attacco contro una delegazione costituita da operatori sanitari e rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in visita ieri nel villaggio di Wamey (o Womé), nella provincia meridionale di Nzerekore, epicentro dell’epidemia di Ebola scoppiata lo scorso febbraio.

Il sito d’informazione locale Africaguinee ha riferito di un bilancio ufficioso di una a quattro vittime e di una decina di feriti, tra cui alcuni operatori sanitari.

Secondo fonti di stampa internazionale alcuni membri della squadra medica e di esperti risultano dispersi. Sull’accaduto non si sono ancora espresse le autorità locali e nazionali.

In base ad una prima ricostruzione dei fatti rilanciata dai media guineani, la delegazione in questione era impegnata in una campagna di sensibilizzazione per informare gli abitanti dei remoti villaggi dell’esistenza della febbre emorragica, dei vettori di contaminazione e delle misure di prevenzione da attuare.

Alcuni abitanti che assistevano all’incontro hanno cominciato a lanciare pietre sugli operatori e la situazione è degenerata in violenti scontri. La popolazione ha accusato la delegazione di essere venuta nel villaggio per polverizzarlo con “prodotti pericolosi a base di cloro”.

Nei mesi scorsi sono già state prese di mira infrastrutture mediche e dipendenti di Medici senza frontiere (Msf) a Macenta e Nzerekore.

La campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’Ebola è stata lanciata ufficialmente pochi giorni fa dal presidente Alpha Condé, nell’ambito di un “piano accelerato di emergenza nazionale per invertire la situazione attuale e bloccare la catena dei contagi”.

Un’attenzione particolare viene rivolta alla Guinea forestale (sud) – confinante con Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio – dove parte dei residenti si rifiuta ancora di riconoscere l’esistenza del virus e accusa gli operatori sanitari di contagiare volontariamente la popolazione.

Le autorità guineane parlano di “paura” diffusa tra le popolazioni delle zone meridionali ancora “inaccessibili”, motivo per cui messaggi vengono rilanciati sulle emittenti radiofoniche.

 

a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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