Attacchi di panico, sempre più frequenti, sintomi e possibili rimedi.
Un attacco di panico è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e durata variabile dai 2 agli 8 minuti. In alcuni casi la durata è maggiore, dalle due alle tre ore, e possono susseguirsi più attacchi consecutivi. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, cecità temporanea, sensazione di soffocamento o asfissia. La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi di ansia, gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
La maggior parte delle persone che sperimentano un attacco, poi ne ha altri in seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo alla possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un “disturbo da attacchi di panico” o DAP.
La maggior parte delle persone che soffre di attacchi di panico riferisce paura di morire, di “impazzire” o perdere il controllo su emozioni e comportamento. L’esperienza generalmente provoca un forte bisogno di evitare o scappare dal posto in cui comincia l’attacco (risposta “fight or flight”) e, quando è associata a dolori al petto, tachicardia e respiro affannoso, porta a cercare aiuto presso servizi sanitari d’emergenza.
Le persone con fobie possono andare incontro ad attacchi di panico come risultato diretto dell’esposizione all’oggetto della fobia. Questi attacchi di panico sono di solito brevi e si attenuano rapidamente una volta che è stato rimosso il fattore scatenante.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica è prescrivibile in associazione alla psicoterapia, là dove quest’ultima trova indicazione, valutati i casi soggetto per soggetto. Essa è solitamente rappresentata dagliansiolitici benzodiazepinici a emivita uguale e, o maggiore alle 48 ore in abbinamento ad antidepressivi di nuova generazione (SSRI); a volte, e in seguito a valutazione specialistica, possono essere utilizzati anche gli antidepressivi triciclici (TCA), buspirone e/o betabloccanti. Va ribadito che la terapia farmacologica deve tassativamente essere stabilita dal medico – possibilmente specialista – di concerto con il paziente, tenuto conto della sua storia personale pregressa (anamnesi patologica remota e recente), delle sue abitudini di vita, dell’età, della situazione familiare e di ogni altro elemento, soggettivo e oggettivo, che a giudizio del medico possa assumere rilievo a tali fini.
Una fra le molecole, facenti parte della famiglia degli (SSRI), che nei casi più gravi, in clinica, ha dimostrato la maggior efficacia nella cura del disturbo da panico, è la Paroxetina somministrata a dosi medio-alte (di norma 40 mg al giorno).