23 OTTOBRE – Il Premier canadese Stephen Harper ha definito atto spregevole l’attacco subito ieri dal Parlamento federale di Ottawa. Nello scontro sono state uccise due persone: un soldato che era di guardia al monumento commemorativo i Caduti della Grande Guerra e uno dei terroristi coinvolti.
Si è trattato di un atto di terrorismo pianificato, con tutta probabilità, da settimane e preannunciato dall’investimento di un altro soldato a Saint-Jean-sur- Richelieu, cittadina a sud-est di Montreal, sempre da parte di un canadese convertito. Nel caso di Ottawa, il principale assalitore individuato dalle forze dell’ordine é un cittadino 32enne convertito all’Islam da circa un anno, Michael Joseph Hall –poi cambiatosi il nome in Zehaf-Bibeau-. L’uomo è stato ucciso dai militari poco dopo aver aperto il fuoco contro il soldato Nathan Cirillo, 24 anni, che al momento dei fatti si trovava all’esterno del Parlamento federale vigilando il monumento. Zeha- Bibeau, secondo i testimoni della vicenda, vestiva abiti civili, ma era armato con un grosso fucile da caccia.
Anche all’interno dello stesso Parlamento e -secondo fonti non confermate- sul tetto della struttura, sono riecheggiati diversi colpi di arma da sparo, mentre si stava svolgendo una riunione del gruppo conservatore presieduta dal primo ministro. Per questo si è subito aperta una caccia ai due probabili complici di Bibeau, tra i quali pare vi sia anche un giovane di appena vent’anni. Nell’area di Downtown sono state perquisite diverse abitazioni di sospetti terroristi e le forze speciali hanno fermato le auto in entrata e in uscita dal quartiere. Tecnicamente si parla di lockdown, in quanto non è stato concesso di entrare né di uscire da molti edifici pubblici quali scuole, ambasciate e uffici.
È stata immediatamente allertata anche la Norad, il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America, che tramite il portavoce Jeff Davis ha fatto sapere di aver preso «tutte le misure adeguate per assicurare di rispondere velocemente ad ogni emergenza». È comunque forte la paura di nuovi attacchi da parte di jihadisti o presunti tali. L’intelligence canadese da mesi controlla soggetti ritenuti “a rischio”, che sulle pagine dei vari social networks inneggiano alla guerra santa e all’ISIS. In alcuni casi si è provveduto a ritirare anche i passaporti ma, purtroppo, questo non è bastato a salvare la vita del soldato Nathan Cirillo.
Silvia Dal Maso
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