La questione del «dopo-Morsi» pare non si sia affatto spenta nell’Egitto dell’attuale Mansur. La deposizione di Mohamed Morsi, nell’ormai lontano 3 luglio dello scorso anno, tiene ancora accesi gli animi di quanti vorrebbero un suo ritorno al governo egiziano. Proprio oggi una bomba di manifattura artigianale è stata fatta esplodere nei pressi del Tribunale del Cairo. La deflagrazione è avvenuta poco prima che iniziasse il referendum costituzionale indetto per aprire una nuova «stagione» politica in un Paese falcidiato da continue lotte intestine. Dalle prime testimonianze pare che l’attentato di stamane non abbia procurato vittime e neppure feriti. Qualcuno ha subito pensato che l’atto dovesse essere inteso nei termini di una dimostrazione violenta, senza tuttavia procurare morti. È quanto almeno ha reso noto direttamente il ministero dell’Interno. Nonostante ciò, la tesi di una semplice dimostrazione violenta non sembra del tutto attendibile. Lo scoppio, infatti, ha gravemente danneggiato la facciata del palazzo del tribunale, mandando in frantumi i vetri. Il tribunale si trova in un quartiere sud-occidentale della capitale egiziana, e precisamente nel quartiere di Imbaba. Alcuni danni sono stati arrecati anche ad abitazioni limitrofe e a negozi presenti in quei pressi.