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Attentato di Marrakech: Editoriale del quotidiano L’Economiste

Creato il 30 aprile 2011 da Paolo

Attentato di Marrakech: Editoriale del quotidiano L’EconomisteE’ la più affermata delle città turistiche del Reame. Quella che beneficia di uno dei più grandi “buzz” mondiali, prima ancora che la parola “buzz” fosse inventata. E’ una delle piazze più conosciute al mondo, anche se il suo nome è difficile da pronunciare nelle altre lingue. Jemaa El Fna, uno dei rari luoghi che è stato iscritto nel Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità grazie alla creatività, all’immaginazione e alla diversità degli uomini e delle donne che la frequentano da secoli. Non si ricorda sempre il nome del Caffè sul questa piazza mondialmente riconosciuta. La sua sihouette, lei si, è riconoscibile tra centinaia di piccoli Caffè ed è riprodotta in milioni di esemplari sulle cartoline postali. L’Argana oggi è sventrato. Volontà di uccidere, di uccidere con ferocia. La volontà di distruggere gli altri, le cose, i simboli e i sogni. Volontà di ridurli in cenere. Volontà dei terroristi per distruggere e rovinare  ancora, per lungo tempo dopo l’esplosione. Bene, questo non accadrà! Quelli che hanno fatto questo si sono dimenticati come, nel 2003, il Marocco si sia alzato unito, come un solo uomo, per  rifiutare il terrorismo? Per mettere davanti alle loro responsabilità quelli che tentavano di giustificare l’ingiustificabile. Per obbligarli ad entrare nel campo del rispetto del primo dei Diritti dell’Uomo, il diritto della gente a vivere; a vivere in pace e sicurezza. Oggi, davanti ai morti e ai feriti dell’Argana, i nostri come gli ospiti, si esige una rigorosa vigilanza collettiva. E di nuovo una immensa energia comune su tutti i fronti: la lotta determinata contro il terrorismo, la riparazione immediata della fiducia in noi stessi e la fiducia degli altri, il proseguimento delle riforme che i marocchini stanno cercando di costruire insieme e pubblicamente.

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