Ciao sono una barbona
Miei cari,
volevo brevemente parlarvi di una cosa che è connessa (o quasi) col diritto d’autore e con cui chi scrive (qualsiasi cosa) può potenzialmente scontrarsi ogni giorno. M’è venuto in mente di parlarne qui sul blog un po’ perché tanti dei miei lettori scrivono, un po’ perché ne ho da poco finito di discutere con un amico e quindi mi sembrava interessante parlare dell’argomento.
Preambolo: l’amico di cui sopra sta attualmente lavorando alla tesi di laurea e partecipa col suo prof a seminari, workshop&co anche con ricerche fatte da lui o documenti da lui redatti. Oggi è stato contattato da un sedicente giornalista che avendo assistito ad uno dei seminari in cui aveva esposto un suo lavoro, gli ha chiesto di poter avere il suo materiale per “prenderne spunto” o “usarlo come traccia” in sui futuri articoli.
Quando vi capita una cosa del genere secondo me bisogna fare il pari&dispari, ovvero:
Se conoscete il giornalista o costui si qualifica dicendo nome, cognome e testata per cui lavora (ed eventualmente googlate anche un po’ per vedere se dice fregnacce o meno) e vi assicura che qualora utilizzerà il vostro materiale riporterà il vostro nome, potete dirgli di sì.
Se invece questo è un sedicente o comunque uno che non si qualifica adeguatamente, non dicendo ad esempio per chi scrive, e soprattutto vi dice che vuole prendere spunto dalla vostra roba senza citarvi, rifuggetelo come la morte.
Purtroppo, una volta che uno di questi pubblica quanto avete scritto a suo nome, sarà difficilissimo dimostrare il contrario, perché pur volendo, ci sono tremila cavilli e controcavilli legali da cui non si esce assolutamente vivi. Mi rendo conto che per chi scrive, già normalmente la situazione è difficile perché si viene saccheggiati quotidianamente ma se poi ci mettiamo anche da soli in queste situazioni, è veramente la fine.
Chiaramente questa è la mia opinione che lascia il tempo che trova ma il succo è: state sempre attenti a dare in giro il vostro materiale!