Attenti al loop - Recensione - iPad

Creato il 31 marzo 2014 da Intrattenimento

Da un team di fratelli austriaci arriva uno dei puzzle per iPad più eleganti degli ultimi tempi

Tra cloni più o meno spudorati e giochi interessanti ma dalle meccaniche troppo astruse, su App Store non capita spesso di imbattersi in puzzle game eleganti tanto nella presentazione estetica quanto nel concept. Titoli come Hundreds di Adam Saltsman e Perfection di Greg Lobanov hanno dimostrato come l'interfaccia touch di iPhone e iPad possa essere utilizzata per creare sfide geniali, ma talmente semplici da non richiedere grosse spiegazioni. Già vincitore di diversi riconoscimenti internazionali, Blek propone un'idea che soltanto a guardarla ci si chiede come mai nessun altro sviluppatore ci aveva pensato prima. Intuitiva, immediata, divertente, modellabile dal giocatore e impossibile da replicare senza un ampio touchscreen sotto mano.

Bek in Blek

Quello realizzato dai fratelli Denis e Davor Mikan è a metà tra un puzzle game e una tavola da disegno: passando un dito sullo schermo si può tracciare una linea di qualsiasi forma, che sia una lunga spirale, un piccolo arco o uno zigzag un po' storto. Il bello viene quando si toglie il dito dallo schermo, visto che la propria creazione prende vita e attraversa lo schermo ripetendo per filo e per segno il pattern creato dal giocatore. Così se si crea un arco, ad esempio, la linea comincia a muoversi su e giù come un serpente, in un loop quasi ipnotico che replica sia la direzione che la velocità scelta. Gli autori austriaci non danno nessun tutorial, nessuna informazione, col giocatore che, disegnando una linea dopo l'altra, deve capire da solo cosa fare e come procedere da una schermata all'altra. L'obiettivo è quello di raccogliere tutti i punti colorati sparpagliati per il livello ed evitare di toccare quelli neri, un'idea che da sola sembra tutt'altro che originale, ma che diventa unica proprio grazie al tipo di input richiesto. Bisogna così provare e riprovare finché non si trova il pattern giusto che permette di trovare quella linea che, attraversando lo scenario da un punto all'altro, tocchi tutti i punti colorati senza scontrarsi con gli ostacoli lungo il percorso. Non esiste un'unica soluzione, né una tecnica perfetta da apprendere, quindi ogni persona potrebbe trovare un modo diverso per risolvere l'enigma. Qualcuno in redazione ha superato un livello disegnando una sinusoide, mentre altri hanno trovato più comodo tracciare una linea e farla rimbalzare sul bordo dello schermo; allo stesso modo c'era chi tendeva a studiare il livello prima di disegnare, mentre qualcun altro preferiva avvicinarsi alla soluzione facendo rapidi tentativi, tracciando piccole linee di forme diverse e osservandone il comportamento. È un'esperienza molto personale, legata sia alla capacità di prevedere il percorso della propria creazione, sia alla creatività di chi gioca, stimolato a tracciare nuove forme anziché utilizzare e adattare i soliti due o tre pattern. Proprio per questo può capitare di restare bloccati a lungo in un livello e superare con facilità quelli subito seguenti, ma di sicuro chi non ha pazienza e non ama le esperienze trial and error troverà serie difficoltà a digerire un gioco come Blek. Riuscire a completare i sessanta scenari sarà per molti un'impresa quasi titanica, e anche se i primi enigmi possono essere risolti semplicemente andando per tentativi, ben presto diventa fondamentale "decifrare" il livello e scovare il suggerimento nascosto nella disposizione degli ostacoli. In alcuni scenari sono presenti anche punti colorati che ruotano e che vanno raccolti al momento giusto, dividendosi e dando vita a un effetto a catena. Peccato che, nonostante l'idea interessante, alcuni di questi richiedano una dose forse eccessiva di pazienza e tempismo, facendo improvvisamente impennare la curva di difficoltà e rischiando di scoraggiare i giocatori meno tenaci. In quest'altalena che alterna puzzle molto difficili ad altri che possono risultare quasi banali, non aiuta di certo l'assenza di un modo per permettere al giocatore di saltare uno scenario particolarmente ostico, e così può capitare di restare fermi per parecchio tempo. Menzione finale per la cura nella presentazione, visto che, come accennato in apertura, la semplicità del concept dietro Blek va a braccetto con una realizzazione estetica minimalista ma assolutamente elegante, soprattutto grazie agli effetti sonori che accompagnano il movimento della linea, la raccolta di un punto colorato o l'impatto contro un ostacolo. Tutti minuscoli dettagli che però, come nell'ottimo Threes, arricchiscono e valorizzano l'esperienza di gioco. Blek - Il Trailer ufficiale

Pro

  • Elegante sia nell'estetica che nel concept
  • Ogni puzzle ha diverse soluzioni
  • "Creare" la propria soluzione è appagante

Contro

  • Diversi scenari si superano quasi per caso
  • Fortemente incentrato sul trial and error

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