Giuseppe Cruciani ha iniziato la sua carriera su Radio Radicale, guarda caso, ma è diventato famoso nell’estate del 2002 per una relazione “clandestina” con la moglie del cantautore italiano Jovanotti. Cruciani, habitué delle Baleari, nel 2012 si è separato dalla moglie ed ha avuto un flirt con Barbara D’Urso, regina del Grande Fratello. Questo per inquadrare il personaggio. D’altra parte, in merito alle vicende che hanno coinvolto l’ex premier Silvio Berlusconi, Cruciani lo ha costantemente difeso dalle accuse dichiarando, ad esempio: «Ma in un mondo in cui c’è un uomo ricco e potente a cui si rivolgono donne che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo è il segno che la società occidentale funziona. Negli Stati Uniti, in Francia e in Italia esiste la donna, o uomo, che si rivolgono all’uomo potente per ottenere qualche cosa. Vendere il proprio corpo è un segnale che c’è la libertà. E’ un segnale di libertà. Meno male che esiste questa cosa. Se non esistesse, non esisterebbe la società occidentale. Saremmo in un altro mondo dove vengono tagliate le mani».
Nella puntata di due sere fa, il conduttore radiofonico ha portato avanti la sua quotidiana propaganda, invitando i radioascoltatori che sono intervenuti telefonicamente a scandire le parole ”m-a-t-r-i-m-o-n-i-o” , “a-d-o-z-i-o-n-e” rivolte ai gay. Un ascoltatore, ha raccontato di aver trovato nei bagni dell’autogrill la frase: “Difendi i diritti umani, ascolta Giuseppe Cruciani”, firmato “gaypride”, slogan che Cruciani ha voluto sentirsi ripetere più volte, registrandolo e trasmettendolo più volte durante la trasmissione. Nessuno è però riuscito a far notare che secondo la Corte europea non esiste nessun diritto al “matrimonio omosessuale”, e la sua negazione non è certo una violazione di qualcosa, per non parlare dell’adozione. L’unico diritto in gioco, semmai, è quello alla vita del bambino (l’aborto, sì, è una violazione di diritti umani), e alla sua crescita tra un padre e una madre. Oltretutto, il termine “matrimonio omosessuale”, è un ossimoro perché “matrimonio” deriva dal latino matris munia, ovvero “doveri della madre”, implicando dunque la relazione tra coloro che generano e coloro che sono generati, cosa esclusa per natura agli omosessuali. Secondo l’Enciclopedia Treccani, che prima o poi la D’Urso regalerà anche a Cruciani, “matrimonio” significa infatti «l’unione fisica, morale e legale dell’uomo (marito) e della donna (moglie) in completa comunità di vita, al fine di fondare la famiglia e perpetuare la specie». Si tratta dunque di un concetto antropologico antecedente alla legge, e non certo modificabile a piacimento dai conduttori radiofonici, sedicenti paladini di inesistenti diritti umani.
La cosa meno bella è che diversi ascoltatori sono intervenuti durante la trasmissione di Cruciani cercando di spiegare i loro motivi per cui erano contrari a matrimonio e adozione gay, ma puntualmente sono stati derisi dal conduttore de “La Zanzara” o ostacolati nel ragionamento da continue interruzioni (anche pubblicitarie, che arrivano sempre al momento giusto). Può sembrare strano, ma è proprio il modo di portare avanti la trasmissione da parte di Cruciani, definito non da pochi “dittatoriale” o comunque semplicemente “maleducato”: «riformulare le critiche di un radioascoltatore in modo distorto, al fine di ridicolizzarlo o rendere i suoi commenti assurdi e devianti», scrivono sul web. Gruppi Facebook si scatenano sulle sue dimissioni, addirittura è nato (ma interrotto) anche un blog chiamato “L’anti-zanzara”. Non si contano, infatti, le telefonate fortemente critiche che il conduttore riceve quotidianamente per il suo modo di ostacolare chi interviene con opinioni contrarie alle sue, o chi si lamenta perché la sua voce continua a sovrapporsi senza che possa essere terminato un ragionamento.
Insomma, la lobby gay non poteva scegliersi un conduttore migliore per imporre senza contraddittorio il mainstream omosessualista.