Un’ultima riflessione: tali messaggi non sono mandati a caso ma vengono inviati a indirizzi mail ben precisi, probabilmente scaricati da qualche mail list. Questo è un segnale di quanto sia poco sicura la legge che regolamenta la privacy sul web. Oggi siamo costretti a effettuare registrazioni per ogni tipo di operazione vogliamo effettuare via web. Nel corso di queste registrazioni ci vengono richiesti diversi dati tra i quali c’è sempre il nostro indirizzo e-mail. Questi dati e soprattutto le mail vengono utilizzate per allestire banche dati che sono preziosissime.
Spesso inavvertitamente diamo l’autorizzazione a usare i nostri dati per informazioni di mercato. Questo dà modo alle aziende che raccolgono tali dati di operare un vero e proprio commercio con le nostre informazioni che diventano merce di mercato preziosissima. In qualche caso esse finiscono in mano a malintenzionati che le utilizzano per creare spam o, addirittura come in questo caso, diffondere virus.
Credo che la legge vada assolutamente rivista e resa molto più seria, responsabilizzando i possessori dei nostri dati e creando una tracciabilità nella diffusione dei dati stessi. Per il momento, comunque, prudenza!
Luca Craia