nell’inghilterra vittoriana si tenevano nelle librerie di casa i libri scritti dagli autori maschi in scaffali diversi da quelli scritti da autrici femmine.
facebook ha invece avuto la bella idea di censurare le foto che alcune mamme, babbi o zii o nonni hanno messo sulla loro home page per raccontare il loro bambino.
non lo so quanto sia “normale” stare a mettere su un posto così “open” una cosa tanto intima e personale, ma non sono fatti miei.
la censura di facebook è ridicola nel senso e nella misura.
definire le foto di seni che allattano “osceni” designa una mentalità deviata. come nella migliore tradizione, l’occhio del censore è assai più malizioso di quello del censurato.
devo ammettere una cosa: mi mettono un pochino in imbarazzo sia le “cose da donna” che le “cose da mamma”. come una vecchia signora non avrei mai voglia di parlare di assorbenti o mestruazioni dolorose e quant’altro, in farmacia compro assorbenti e ibuprofene con la naturalezza di mister bean e le donne che all’improvviso si snudano una tetta per allattare il pargolo in coda dal salumiere mi fanno un certo che, l’amica o la mamma che mi parla dei punti avuti per partorire e tutto il corrimi dietro mi gettano in un imbarazzo profondo. non ci posso fare nulla.
ma sono consapevole del fatto che è un pudore MIO. solo mio. non credo metterei mai foto di mio figlio attaccato al mio seno su internet, anche se mai dire mai.
la censura di facebook è veramente ridicola.
inizio a avere il timore che lo abbiano inventato solo per farci giocare a word challenge (droga mia personale) e pet society (droga che NON voglio incominciare…).
viva le mamme, viva le puppe e viva i bimbi.
oh.