Attori si nasce

Creato il 27 novembre 2013 da Luigiderosa @Luigi2006

Attori si nasce
di Francesco Canessa
Edizioni La Conchiglia pagine147 € 15,00

isbn 9788860910479

Ecco , si apre il sipario, è tutto buio, la commedia come la vita nasce piano piano dal buio,
ce l’ha insegnato Eduardo. Abbiamo percorso via Chiaia alla ricerca del Palazzo e l’abbiamo
trovato. Siamo sicuri di non sbagliarci, in alto sopra al portone c’è una dea alata, con una mano
stringe una tromba e con l’altra una maschera. Bussiamo ci viene incontro don Peppino, ha in mano una candela, la luce è andata via perchè da poco quelli della Luftwaffe hanno sganciato la loro razione di morte :”Desiderate?”
Ci guardiamo , scurnosi,  e mò? Che facciamo?
Signori? , incalza don Peppino.
“Si…sia…siamo personaggi in cerca d’autore!” Ecco l’abbiamo detto. “E ora che succederà? Ci caccerà a pedate?”
Don Peppino ci guarda  e noi sappiamo che è combattuto pure lui, poi ci volta le spalle e dice accompagnando la frase con l’indice puntato:
“Signori lì, di fianco all’ascensore, sulla destra c’è Scarpetta, Vincenzo naturalmente.
Se scegliete l’ascensore al primo piano trovate i Carloni, al secondo i De Filippo e poi più su: i Viviani.
“Voi chi state cercando?”
“Il Teatro, signore” diciamo tutti insieme, tutto d’un fiato, facendoci coraggio gli uni con gli altri.
“Ah bene”, risponde don Peppino accompagnando la frase con un sorriso,”allora qualsiasi sarà la vostra scelta non sbaglierete, ma…”
“Ma ?” domandiamo tutti a pappagallo.
Se vi fermate dai De Filippo chedete di Titina , che è meglio. Ci strizza l’occhio, come a dire che il carattere dei fratelli lascia a desiderare. “E un’altra cosa , non vi fermate a parlare con la ragazzina,Giulia Mangini, quella è come una sirena, non fa l’attrice , ma ha sangue Scarpetta nelle vene, se accende la chiacchiera, voi dai De Filippo non ci arrivate”.
Quando ho cominciato a leggere questo splendido saggio di Francesco Canessa sul teatro napoletano del Novecento ho avuto proprio la senzazione che si aprisse il sipario su di una grande opera, quella della storia del teatro italiano dove come nella vita, al  pianto eterno di  Assunta Spina si alterna la risata di Felice Sciosciammocca.

di Luigi De Rosa


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