attorno a Bologna.

Creato il 20 dicembre 2015 da Atlantidelibri

Roberto Colombari, Lo stendardo di sangue, Minerva

Bologna, 1161: uno studente viene bruciato sul rogo per avere rapito e ucciso una ragazza; pochi giorni dopo, un feroce tumulto porta al potere il partito contrario a Federico Barbarossa. Difficile credere che i due eventi possano essere collegati. Il papa ha scomunicato l’imperatore, l’imperatore ha nominato un antipapa, i comuni italiani si schierano con l’uno o con l’altro dei grandi sovrani o piuttosto combattono il vicino per antichi rancori, proprio come fanno le grandi casate dilaniate dall’odio e dalla faida. Battaglie in campo aperto, assedi interminabili e feroci, omicidi nei vicoli della città, mentre la violenza striscia persino nelle sacre mura del più antico monastero bolognese. Difficile immaginarne il legame. La liturgia della guerra e i tradimenti della storia si mescolano all’ordalia del sangue e ai segreti che dividono le famiglie rivali, finché non si svelerà l’unico filo capace di svolgere l’intera trama.

Silvano Monti, L’ultimo veterinario di campagna, Pendragon

In una notte turbolenta, in un piccolo borgo montano, un bambino assiste di nascosto al complicato parto della mucca. Vive come una magia l’intervento del veterinario, uno strano individuo a cui tutti danno rigorosamente del lei. Quel bambino diventerà veterinario e per la gente del posto, la sua gente, sarà l’ultimo veterinario di campagna. In questi racconti teneri e scanzonati, poetici e malinconici, quel veterinario ci racconta storie di animali e di persone; storie vere che fanno sorridere e commuovere, in cui s’incontrano personaggi buffi, squinternati, saggi, folli – come il volpaio o il carbonaio – che condurranno il lettore in un mondo perduto a cui l’incanto della natura conferisce i tratti di una fiaba.

Angelo Zanotti -Francisco Giordano, Massimo Brunelli, Bologna labirinti d’acque, Persiani editore

BOLOGNA LABIRINTI D’ACQUE – Fin dal Medioevo, dai due canali e dal torrente che attraversano la città derivava una complessa rete labirintica di condotti sotterranei, che alimentava varie attività protoindustriali. In collina, in città e nelle vicinanze, sgorgavano inoltre alcune fonti sorgive di acqua buona, come quelle di Casaglia, Barbianello e Corticella, che nei secoli vennero premiate per le loro qualità. Questa guida, i cui testi sono integrati con notizie storiche, fotografie e mappe, accompagna tutti quelli che desiderano conoscere il sistema delle acque di Bologna lungo i tracciati seguiti dai canali. Nel corso di queste passeggiate i lettori potranno apprezzare la funzionalità dei manufatti idraulici costruiti grazie alle notevoli capacità tecniche dei nostri predecessori, giudicare progetti non attuati, “riscoprire” fuori porta le acque sorgive e i rii collinari meno conosciuti. Nel centro storico, invece, una ricognizione di fontane, targhe, decori, elementi tecnici, toponimi attuali o antichi di strade e di edifici, sia sacri sia civili, fontanelle, segni di vario genere che raccontano o fanno parte dei sistemi delle acque, antichi e moderni, nelle sue molteplici valenze. Oltre ai siti più comunemente celebrati, l’inedito itinerario riguarda elementi ormai quasi del tutto sconosciuti o dimenticati. Un catalogo con imprevedibili percorsi che evocano un mondo scomparso ma che in parte passa ancora sotto i nostri piedi durante la frenetica vita di tutti i giorni.

Gianfranco Civolani, Giganti e nani nello sport e non solo, Minerva

Dalla A del finnico Aaltonen alla Z di Zoff, passando per Antonio e Pupi Avati, Roberto Baggio e Bulgarelli, fino al grande Coppi, a Lucio Dalla e alla splendida Sophia Loren: la matita del Civ, cantore e memoria storica dello sport bolognese, disegna 101 imperdibili ritratti d’autore; “giganti” e “nani” che, con alterne fortune, hanno incrociato il proprio cammino con Bologna e con l’autore. Un libro con simpatici aneddoti mai rivelati e curiosi retroscena.

La giovinezza e la maturità di Bianca Riario, i rapporti con la madre Caterina Sforza, gli intrighi dei potenti per conquistare il potere e la vita quotidiana sono ben descritti in questo godibile romanzo storico di Lisa Laffi, autrice emergente che dimostra di saper ben coniugare le competenze storiche con la narrazione intrigante. Brava!

un brillante romanzo storico, incentrato sulla figlia di Caterina Sforza;

Lisa Laffi, Il serpente e la rosa, I doni delle muse

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, Lisa Laffi vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.

Non dimenticate, la nostra sezione di libri locali si è particolarmente arricchita. E possiamo proporre anche testi ormai introvabili come questo, pietra miliare nel settore:

Luigi Fantini , Antichi edifici della montagna bolognese, Nuova Alfa 

Luigi Fantini (1895-1978), Paletnologo, archeologo, speleologo e fotografo, grande esploratore dell’Appennino bolognese e ricercatore di reperti preistorici.

Dagli anni Trenta iniziò il prezioso lavoro di documentazione sull’edilizia rurale che si concretizzò in quello splendido volume che è ” Antichi edifici della montagna bolognese”, testo importantissimo dal punto di vista documentario perché concorre a costituire un archivio iconografico unico fino ad allora pressoché inesistente, dell’immagine della montagna bolognese



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