"Orgoglio e Pregiudizio" è il più celebre romanzo della scrittrice inglese Jane Austen, che con la sua scrittura ironica, intelligente e poetica è riuscita ad immortalare sulla pagina scritta una storia d'amore immortale ambientata nell'Inghilterra di fine settecento, in piena epoca Recency. Quella tra Fitzwilliam Darcy ed Elizabeth Bennet è una delle storie d’amore che più hanno fatto sognare, piangere e sospirare nella storia della letteratura; talmente meravigliosa da sapere conquistare ancora oggi, 200 anni dopo la prima pubblicazione di Pride and Prejudice (1813), i cuori delle lettrici e le fantasie artistiche di molte autrici che hanno deciso di immaginarne una loro versione, un sequel, uno spin-off, persino un prequel…
Fra tutti questi tentativi ammirevoli, alcuni riusciti altri meno apprezzabili, forse quelli che più sanno attirare curiosità prima e far battere il cuore dopo sono le riletture del libro originario attraverso gli occhi di lui, Mr. Darcy, l’uomo che ha fatto innamorare milioni di donne (e la sottoscritta!), e dei pensieri e delle azioni del quale, in Orgoglio e Pregiudizio, Jane Austen non sembra dire mai abbastanza! Si riscopre così uno dei più amati eroi romantici della letteratura di tutti i tempi che è sempre stato un enigma persino per i lettori più affezionati di Jane Austen. Tra le numerose versioni di queste riletture vorrei proporvene tre che, nonostante prendano vita dal medesimo libro, sono profondamente differenti tra loro e regalano emozioni molto diverse!
FITZWILLIAM DARCY, GENTLEMAN SERIESdi Pamela Aidan
Orgoglio e pregiudizio, amato da milioni di lettori, rivela ben poco dei pensieri e dei sentimenti di Mr. Darcy, l’eroe misterioso e affascinante del capolavoro di Jane Austen. Ora, sullo sfondo dell’epoca Regency, perfettamente ricostruita nelle coloratissime atmosfere e nelle ambientazioni storiche e politiche, Pamela Aidan tenta di darci una risposta. Rievocando gli eventi narrati dalla Austen, crea una fitta e ricchissima storia parallela, che segue Darcy nel suo incontro con Elizabeth e nel tentativo di superare la forte attrazione che sente nei suoi confronti.
"In quell’attimo, Darcy seppe di essere sconfitto, vide tutta la sua nobile risoluzione dissiparsi come fumo nel vento davanti alla visone calda e luminosa colta nei vividi raggi del sole del mattino. Elizabeth! Il cuore nel petto esultò contro tutte le sue precauzioni. Prima che potesse ordinargli di fermarsi, gli occhi radiosi di lei, profondi e carichi di acume, lampeggiarono su di lui da sotto il loro frangiato velame, incontrando i suoi – trattenendo i suoi – con tanta franchezza che il respiro gli si mozzò nel petto…"
Tra dovere e desiderio, il secondo episodio della trilogia, copre il periodo «silenzioso» , in cui Darcy, per distrarsi, decide di accettare l’invito a Oxford di un vecchio compagno di studi. Nell’elegante dimora dell’amico dovrà confrontarsi non soltanto con le mire delle signore della buona società inglese, desiderose di trovare marito, tra cui la misteriosa Lady Sylvanie, ma con una serie di intrighi messi in atto dai suoi presunti amici.
RECENSIONE:L’autrice ha fatto la scelta fondamentale di scrivere in prima persona, così non solo riviviamo tutti i momenti, gli incontri e i dialoghi che conosciamo da Orgoglio e pregiudizio attraverso gli occhi di Darcy, ma anche tutto ciò che avviene dietro le quinte, che è sempre rimasto solo vagamente citato se non lasciato all’immaginazione del lettore… Il primo e il terzo libro seguono la trama del libro originario, mentre il secondo, che abbraccia il periodo di separazione di Darcy ed Elizabeth (dalla partenza di lui da Netherfield alla vigilia del loro incontro a Rosings per intenderci) se ne distacca completamente e in qualche modo può risultare come un libro a sé stante!
I romanzi hanno un carattere molto personale e intimo; è Darcy stesso a narrarci ogni evento e attraverso di lui scopriamo con inattesa profondità altri personaggi a lui più vicini, come la sorella Georgiana, il colonnello Fitzwilliam, Mr. Bingley, oltre a una nutrita compagnia di figure completamente inventate dall’autrice (amici, in particolare il ben riuscito Lord Brougham, servitù, valletti, oppositori, vecchi compagni di università…) Ma più di ogni altra cosa è meraviglioso e appagante vedere Elizabeth e il cammino del loro amore attraverso gli occhi di lui! Nel primo libro certi monologhi interiori che vedono Fitzwilliam lottare contro l'inatteso interesse per una giovane di campagna e poi contro la nascente affezione nei confronti di lei, sono toccanti e fanno davvero vibrare, soprattutto per chi conosce tanto bene quale sia invece stato l'animo di lei di fronte agli stessi incontri e scontri che li hanno fatti nascere! Nel terzo libro poi, soprattutto dopo il rifiuto definitivo e devastante di Elizabeth, è commuovente e quasi penoso camminare con lui nel suo dolore, nelle iniziali mortificazione e incomprensione e poi nell’impegno per divenire un uomo migliore per lei e grazie a lei, anche senza la speranza di poterla mai rivedere… A volte è bastato un "Elizabeth..." sussurrato o urlato da Darcy dentro se stesso, per sentirne l'eco rimbombare prima nel vuoto del suo cuore e poi nella commozione del mio...
L’autrice si è anche presa molte libertà, creando tout court scene inedite tra i due protagonisti (alcune davvero belle!), prolungando il romanzo sino alla cerimonia delle nozze, e spaziando ampiamente nella vita di Darcy lontana dal microcosmo della società dell'Hertfordshire, inventando personaggi e situazioni, soprattutto quelli legati ai vari soggiorni londinesi e alla trasferta a Norwycke Castle, location principale del secondo libro. Queste licenze, pieno diritto dell’autrice, potrebbero però risultare meno gradite agli estimatori più integralisti dell’opera della Austen!
MR. DARCY'S DIARY di Amanda Grange
“But Elizabeth, who was not in the least mortified at being used so ill, merely smiled mischievously and said that we looked so well together the group would be spoilt by a fourth. Then wishing us goodbye she ran off gaily, like a child who suddenly finds herself free of the schoolroom. As I watched her run, I felt my spirits lift. I felt as thought I, too, was suddenly free, free of the trammelled dignity of my life, and I longed to run after her.”
RECENSIONE:L’autrice ha optato per la formula del diario, scelta che permette al personaggio di esprimere più liberamente i propri sentimenti senza doversi scontrare eccessivamente con l’etichetta rigida dell’epoca, e al contempo a lei di non riscrivere un libro (e che libro!) cambiandone solo poche battute.
Il lavoro della Grange è davvero molto, molto piacevole! Il suo Mr Darcy indossa bene gli abiti, le maniere e gli umori del Mr Darcy della Austen; in tutto il libro, a esclusione degli ultimi capitoli di diario relativi ai mesi successivi al matrimonio in cui l'autrice ha fantasticato forse un po' troppo, ci sono coerenza e rispetto del testo originario.
Se forse l’opera della Aidan è riuscita a farmi battere il cuore più volte, perché decisamente più romantica, più intimistica, più passionale, è questa rilettura della Grange che mi sono ritrovata ad apprezzare maggiormente proprio per la fedeltà al personaggio e al romanzo originali! Sono davvero poche le occasioni in cui si distanzia dal testo e anche in queste si aggrappa quanto più possibile ai piccoli indizi e dettagli lasciati qua e là dalla Austen! Questo Mr Darcy è lo stesso di cui mi sono innamorata in Pride and prejudice: onesto, controllato, orgoglioso, incapace di vedersi con gli occhi degli altri, un po' altezzoso, completamente disorientato dai modi di Elizabeth verso il mondo e verso lui in particolare, ma anche capace di confrontarsi, di correggersi, di crescere e di amare...
DARCY'S STORY di Janet Aylmer
RECENSIONE:La Aylmer invece usa la narrazione in terza persona con punto di vista limitato a quello di Darcy, anche se talvolta "scivola" fuori dal suo protagonista e diventa narratore onnisciente descrivendo anche gli stati d'animo degli altri personaggi; questo espediente oggettivizza la narrazione così anche se da una parte consente di approcciarsi anche ai sentimenti dei comprimari, dall'altra toglie molto alle possibilità d'introspezione del personaggio principale. Infatti la narrazione risulta piuttosto fredda, spesso come una sequenza di dati oggettivi, soprattutto nella prima parte che segue molto fedelmente il testo originale!
Un cambiamento avviene dal momento in cui la prima proposta di matrimonio viene rifiutata da Elizabeth, quando Darcy, perso prima nella mortificazione e poi nel dolore, inizia a tormentarsi e a guardarsi dentro sempre più onestamente e profondamente. Ma anche qui io ho continuato ad avere l'impressione che questo Darcy pensasse e capisse troppo poco. L’autrice non si sofferma sufficientemente sui suoi pensieri e talvolta lo fa in modo inappagante, appoggiandosi a ripetute analessi (flashback) di frasi dette o scritte da Darcy ed Elizabeth in Pride and Prejudice, che aiutano Darcy a interrogarsi e a comprendere, ma che purtroppo risultano spesso poco utili o meramente riempitive, come se l’autrice non sapesse cosa dire o come dirlo… La lettura per me è stata quindi un poco deludente e meno appagante di quanto mi aspettassi e di quanto sono invece state quelle delle opere della Grange e della Aidan, ma Pride and Prejudice è sempre capace di emozionare, anche in una forma più distaccata e meno romantica come appare essere Darcy’s story. Articolo di Valentina Coluccelli