Attraverso l’Albania

Creato il 04 gennaio 2014 da Dharmabum

“eeee Radio Tirana trasmette
musiche balcaniche mentre
danzatori Bulgari
a piedi nudi sui bracieri ardenti”
( Franco Battiato, Voglio vederti danzare )

Lasciata l’affascinante costa Montenegrina mi inoltro verso l’interno dei Balcani, in una terra a noi molto vicina che in quel contesto rappresenta un po’ un corpo estraneo: l’Albania. Questo paese dalla storia millenaria non si é mai piegato completamente ai conquistatori delle varie epoche, e malgrado abbia assorbito molte cose di diverse culture, compresa la nostra, é comunque riuscito a rimanere qualcosa di unico nel continente Europeo. Appena passato il confine ci si accorge subito che l’Albania é molto diversa dai paesi vicini dei Balcani: sulle strade sfrecciano vecchie mercedes e carri trainati da muli e cavalli, le donne piú anziane vestono abiti neri e si coprono il capo, ci sono pecore ovunque e tanta spazzatura per le strade. Le persone parlano una strana lingua e ondeggiano la testa come gli indiani. E’ un paese a maggioranza musulmana ma é diversissimo da quelli islamici che ho visto finora, si trova nei Balcani ma la sua cultura é diversa sia da quella slava che da quella greca, ha un “sapore” asiatico ma é decisamente Europeo.

Scutari ( Shkoder ) é una delle cittá piú antiche d’Europa ed é considerata da sempre il centro culturale dell’Albania. Anni di comunismo e di degrado peró l’hanno resa piuttosto brutta, anche se stanno facendo qualche tentativo per renderla un minimo piú attraente ( ad esempio hanno da poco ultimato una “walking street” nel centro cittá ). E’ un peccato perché la cittá si trova in un gran bel posto, tra un bellissimo lago e delle pittoresche colline, con sullo sfondo le Alpi Albanesi, ed é dominata dalla famosa fortezza Rozafa dove i primi insediamenti umani risalgono all’etá del bronzo e ci sono rovine di fortificazioni e di edifici costruiti in varie epoche, dagli Illiri, dai Veneziani e dai Turchi Ottomani. Gli Illiri sono un popolo misterioso del quale si sa ancora poco ma dovrebbero essere i veri “nativi” dell’Albania: si insediarono in queste zone attorno al decimo secolo a.C., anche se le prime vere testimonianze storiche sono del terzo/quarto secolo.

Anche a Scutari trovo un ostello di quelli dove vale la pena fermarsi: é una bella casa ben arredata e con tutto ció che serve ( compresa la moka per fare il caffé ) dove ci si sente davvero come a casa propria. Il proprietario é un italiano che ha sposato un’albanese, che peró al momento é in Italia e ha lasciato l’ostello in gestione al simpatico Yuli, che mi accoglie con il classico: “Ah, Italiano, stessa faccia stessa razza!!” Il tizio é davvero un personaggio interessante col quale faró delle belle chiacchierate sull’Albania e la sua storia. Mi offrirá anche parecchie birre, in questo ostello la sera l’alcool scorre a fiumi e si ascolta musica fino a tardi. Ci sono anche due Americani, un tizio della California che é il classico faccendiere che fa mille cose e una ragazza di Washington DC che beve come una spugna e che si porta sempre dietro il bottiglione di birra da due litri che é un classico dei Balcani ( non l’ho mai visto in altri paesi ). Inoltre ci sono altri personaggi della cittá che passano ogni tanto a fare quattro chiacchiere, tra i quali un simpaticissimo vecchietto che abita nella casa vicino ed é una fonte inesauribile di aneddoti interessantissimi sulla travagliata storia della cittá. Ha vissuto gli anni duri della dominazione fascista e nazista ( “ma gli Italiani non erano poi cosí terribili” ) e poi quelli ancora piú duri del comunismo. I comunisti Albanesi erano dei veri fanatici, basti pensare che si dissociarono perfino dalla Cina di Mao, perché secondo loro non seguiva piú i veri ideali della rivoluzione. Questo garantí all’Albania il piú completo isolamento per moltissimi anni, fino al crollo del comunismo in tutta l’Europa dell’Est nei primi anni 90. Tutti i culti religiosi vennero proibiti e le chiese e le moschee furono trasformate in qualcos’altro: ad esempio la Cattedrale di Scutari diventó una palestra sportiva. In quegli anni il vecchietto fu un oppositore del regime e si distinse per aver fondato la prima scuola gratuita di lingue straniere della cittá ( all’epoca nelle scuole ufficiali credo fosse ammesso solo il russo ). Ha lavorato per tutta la vita ma ha una pensione di solo 100 euro mensili ( che é nella media ), fortunatamente ha due figli che vivono in America che lo aiutano.

In ogni caso il feeling con gli Albanesi é subito ottimo e in pochi giorni mi faró un sacco di amici. Molti parlano italiano e quasi tutti hanno almeno un fratello/cugino/amico che lavora in Italia. In piú amano la pasta e la pizza ( e la fanno buonissima a prezzi stracciati ), il buon caffé, il vino e ovviamente il calcio. Non é quindi difficile rompere il ghiaccio e conoscere tanta gente. Non voglio certo giudicare un intero popolo in base ad un viaggio di pochi giorni, e sicuramente ci sono anche degli idioti e dei delinquenti, ma l’impressione che ho avuto degli Albanesi é stata decisamente positiva, e quando ho lasciato il paese non ho potuto fare a meno di pensare che nell’Europa “ricca”, quella dove molti considerano gli Albanesi o i Rumeni Europei di serie B, gente cosí bella e ospitale si incontra raramente.

Tirana non é certo una bella cittá, anche qui tanti anni di regime comunista sono stati devastanti, ma comunque si intuisce chiaramente una voglia di rinascita e di lasciarsi per sempre alle spalle gli anni bui del regime. Attrazioni turistiche vere e proprie non ce ne sono, a parte qualche curioso edificio in stile sovietico attorno al viale tra la piazza Skanderberg e l’universitá, dove i fascisti tenevano le loro parate militari. Forse l’unico monumento degno di nota é l’orrenda piramide costruita in onore del dittatore Enver Hoxha, trasformata in un centro congressi e infine abbandonata tra spazzatura e graffiti. La zona dove vivevano i capi del partito ( the block ) oggi é il punto di ritrovo preferito dai locali e il centro della vita notturna, con molti ristoranti, caffé, bar e discoteche.

All’ostello ( gestito dalla sorella di Yuli ) faccio amicizia con una coppia di viaggiatori-ciclisti con una storia molto bella e con un interessante progetto di viaggio: un paio di anni fa la ragazza ( Svizzera ) decide di iscriversi al sito di couchsurfing e di offrire il classico divano ai viaggiatori. Si rivelerá la migliore scelta della sua vita perché il primo ospite é un simpatico ragazzo Boliviano del quale si innamorerá subito e che sposerá nel giro di un anno. Dopo il matrimonio iniziano a progettare il loro sogno, che in breve diventerá realtá: un viaggio in bicicletta dall’Europa a Singapore, seguendo in gran parte l’itinerario del mitico hippie trail.

A Pogradec, ridente localitá di villeggiatura sul lago Ohrid, credo di aver trovato l’Albania piú bella e tradizionale. La sera la gente va a passeggiare sul lungolago, gli uomini vestono quasi tutti bei completi e portano il cappello. Ci sono molti cigni. Qui pochi parlano italiano o inglese, ma comunque sono tutti molto gentili e amichevoli. La stagione é finita, anche se il clima é ancora quasi estivo, e non si vedono in giro turisti, né stranieri né locali. La cittá non puó vantare particolari attrazioni turistiche come la vicina Ohrid sul lato Macedone, ma é un ottimo posto per rilassarsi un paio di giorni prima di attraversare il confine. Dalla collina che domina la cittá, dove ci sono resti di antiche fortificazioni, il panorama é stupendo, le montagne sono colorate da affascinanti tinte autunnali e il lago sfoggia splendide sfumature turchesi e verde smeraldo


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