Audio. Deceduta dopo un aborto per “choc improvviso”. Ma cosa è successo in sala operatoria?

Creato il 13 gennaio 2016 da Vesuviolive

Gabriella Cipolletta era una ragazza felice, circondata da tante persone che le volevano bene e sognava un futuro come tutte le altre ragazze, invece è morta ieri all’Ospedale Cardarelli di Napoli, a soli 19 anni per un’interruzione di gravidanza volontaria.

I parenti raccontano che era serena prima di entrare in sala operatoria, si fidava ciecamente del medico che doveva operarla, lo stesso che l’aveva fatta nascere, come si apprende da Il Mattino.

Però durante l’intervento qualcosa è andato storto, la mamma subito si era accorta che qualcosa non andava, era passato troppo tempo. La versione ufficiale dei medici parla di choc ipovolemico, cioè improvvisa mancanza di sangue: ci sono volute ben quattro trasfusioni, ma tutto è stato inutile. Alle 15, cinque ore dopo l’inizio dell’intervento Gabriella Cipolletta è deceduta.

Alla disperazione dei parenti è seguita la rabbia, sfogata contro i medici e degenerata in rissa. Quando la polizia è arrivata nei corridoi dell’ospedale ha appurato la verità ed è immediatamente scattata la procedura ufficiale con la segnalazione di quella morte.

La ragazza viveva a Mugnano con mamma e papà, aveva un fratello maggiore di 25 anni e una sorellina di soli nove anni. Quella gravidanza era stata accettata con tanta emozione, avrebbe voluto formare una famiglia con il suo uomo. Però durante i primi controlli aveva scoperto che quel bambino aveva dei problemi, creati probabilmente da una cura dermatologica che stava facendo, un fungo della pelle probabilmente preso durante l’estate al mare, ma Gabriella non sapeva di essere incinta quando ha iniziato ad assumere il medicinale. Perciò, con dolore, aveva accettato l’idea di interrompere quella gravidanza.

Quella di interrompere la gravidanza, – dice una delle zieera stata una decisione molto dolorosa. Cercava di consolarsi ripetendosi di essere giovane, che avrebbe avuto tanti figli e sarebbe stata felice. Invece adesso non c’è più“. “Le hanno praticato quattro trasfusioni, i medici hanno eseguito una laparotomia esplorativa per individuare le ragioni di quella emorragia improvvisa, però non hanno riscontrato nessuna problematica a livello pelvico“, dice il direttore sanitario Franco Paradiso, “È intervenuto anche il primario, la ragazza è stata trasportata in rianimazione e intubata. Ma non c’è stato più nulla da fare“.

Solo al termine dei rilievi autoptici la salma di Gabriella potrà tornare a disposizione dei familiari che potranno stabilire data e luogo dei funerali. Intanto la cartella clinica è stata sequestrata nel pomeriggio, più o meno quando al Cardarelli il governatore Vincenzo De Luca ha chiesto una relazione sulla tragedia. Annunciata anche un’ispezione dal ministro della salute Beatrice Lorenzin e un’indagine interna dell’ospedale, oltre a quella aperta dalla magistratura.

I rischi di un’interruzione di gravidanza ci sono e vengono anche comunicati prima dell’intervento ai pazienti. Ma le vicende degli ultimi giorni, con la morte di tre donne durante il parto (Sant’Anna di Torino, Bassano del Grappa, Ospedali Civili di Brescia e San Bonifacio-Verona) e non ultima quella di Gabriella, pongono un triste e preoccupante interrogativo: nel 2016 è ancora accettabile il fatto di morire per diventare madre? Ma soprattutto le strutture sanitarie fanno del loro meglio?

L’intervista al direttore sanitario, Franco Paradiso, intervenuto a Radio Crc, CLICCA QUI!