Auguri a Clint Eastwood

Creato il 31 maggio 2015 da Eva Gatti @avadesordre
Nato il 31 maggio 1930 a San Francisco, Clint Eastwood esordisce nei b-movie horror degli anni ‘50, ma e’ in Italia che trova il successo, alla corte di Sergio Leone che fa di questo attore con due sole espressioni, col sigaro e senza, il feticcio dei suoi film che inventarono un nuovo genere, lo spaghetti western.


Eastwood incontra poi Don Siegel che lo trasforma in Dirty Harry, uno dei poliziotti piu’ cattivi della storia del cinema che da vita alla fortunata serie de L’ispettore Callaghan, cinque film in 17 anni e il penultimo, Coraggio... fatti ammazzare (Sudden Impact) del 1983 è diretto dallo stesso Eastwood.


Nel 1971 Clint Eastwood fonda la sua casa di produzione, la Malapaso e si cimenta con la macchina da presa girando Brivido nella notte, e’ l’inizio di una nuova carriera mantenutasi sempre su buoni livelli, che e’ arrivata anche a vette altissime.
Eastwood diventa il cantore dell’America suburbana e provinciale, narrando storie marginali che sanno pero’ ben rappresentare i malesseri piu’ profondi della nostra societa’ come dimostrano gli ultimi grandi lavori MYstic River e Million Dollar Baby definitive conferme dell’immensa statura morale del regista.
Personalmente della filmografia eastmaniana porto nel cuore tre titoli tra tutti: Un Mondo Perfetto, I Ponti di Madison County e Million Dollar Baby, certa che il grande Clint sapra’ darci ancora grandissime emozioni e spunti di riflessione.


31.05.2015

Al giro di boa degli 85 anni di Clint Eastwood dopo posso confermare la facile intuizione che il regista sia stato un pilastro della cinematografia dell'ultimo decennio tanto che spesso si è parlato di lui come moral guidance e il capolavoro Gran Torino del 2008 ne è il più fulgido esempio (va arricchire l'elenco dei miei film eastwoodiani preferiti) ma il grande Clint ha saputo anche far discutere affrontando la battaglia di Iwo Jima da due punti di vista diversi, quello americano in Flags of Our Fathers e quello giapponese in Letters from Iwo Jima, entrambi del 2006.
Si è dedicato ai biopic con intenzioni ed esiti molto differenti, dall'omaggio a Mandela d'Invictus - L'invincibile, all'analisi del controverso capo dell'FBI in J. Edgar, fino a Jersey Boy, ispirato ad un musical.
Ha affrontato un tema delicato come quello della morte in Hereafter (2010) e la sua ultima fatica (che non ho ancora visto) American Sniper ha acceso notevolmente gli animi.
Il vecchio pistolero sa sempre lasciare il segno.


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