Rita Pani trova sempre le parole giuste:
Il problema di far gli auguri alla fine dell'anno, per quello che verrà, è come dire ad una persona che soffre d'insonnia: "Fai bei sogni!"
I sogni si possono anche sognare, ma poi ci si risveglia.
Sono auguri difficili da fare, perché per quanta sincerità ci si possa mettere, tutto suonerebbe terribilmente falso. Quindi inizio con l'augurare cose belle solo a chi le merita davvero, alle persone che son sempre persone, che si distinguono dalla gente, che in qualche modo mi hanno toccato il cuore. Le persone. Che della gente e della gentaglia son stufa da non poterne più.
Inutile augurare lavoro e dignità. Non ce n'è più per nessuno.
Posso augurare e augurarmi, che si possa tornare ad essere umani, e che nonostante la difficoltà della vita, si riesca di nuovo a gioire per le piccole cose, a gioire per le gioie altrui, ad essere tristi davvero per i dolori che sfiorano gli altri. Auguro che "condivisione" non sia solo una parola da social network, ma una regola di vita che possa aiutarci a rendere la vita di tutti un poco meno grama, sapendo che anche la "solitudine" è cosa diversa dall'essere fisicamente soli.
Auguro una vita che non ci faccia più sognare di morire. La serenità necessaria a sentirsi parte del tutto, e non organismi da rigettare.
Mi auguro che si possa tornare tutti a recepire il senso e l'essenza delle cose, che si possa tutti essere annoverati tra gli eroi di questo mondo, che ti fa speciale solo perché sei "normale" – fai il tuo dovere sempre e fino in fondo, hai rispetto di te stesso e dell'altrui, sei civile, onesto. Normalmente "per bene".
Auguro che ci si possa tornare a sentire mentre ci si ascolta, mentre ci si guarda negli occhi, mentre si stringono le mani, mentre si sente l'odore della disperazione altrui, che non dovrebbe essere solo l'ultimo modo che abbiamo per sentirci al sicuro e fortunati.
Forse non so fare gli auguri, perché avrei troppo da augurare ancora.
Quindi mi piacerebbe che fosse l'anno giusto per tornare ad essere coscienti di quanto piccoli siamo rispetto a tutto il resto, e che questo ci fosse sufficiente a ricordare che basterebbe poco, in fondo, per essere qualcosa in più di numeri o molecole disperse a caso in questo mondo.
Non è più tempo di auguri festosi, brillanti e scoppiettanti: è tempo d'augurarci di poter tornare ad essere vivi, veramente.
Rita Pani (APOLIDE)