Natale è vicino e l’anno sta per finire; è tempo di auguri e tempo di bilanci. Mai come quest’anno auguri e bilanci sono strettamente connessi: se facciamo i secondi, ci accorgiamo di aver tanto bisogno dei primi. E quindi auguro ai miei amici e compagni di tante battaglie, tanto bene e tanta felicità; sono certo che anch’essi faranno lo stesso per me.Passiamo quindi ai bilanci, incominciando, com’è giusto, dalla situazione mondiale. C’è la globalizzazione, che ha portato alcuni vantaggi, come il poter comunicare via internet con tutto il mondo al costo di una telefonata urbana, ma anche svantaggi, come ad esempio la facile e rapida diffusione di epidemie lontane, come l’aviaria, visto che il viaggio aereo dal posto più lontano possibile, cioè gli antipodi dura al massimo ventiquattro ore. E poi, conflitti in ogni parte del mondo, disoccupazione, crisi economica ecc. E che dire del problema del rispetto dell’ambiente, dei cosiddetti cambiamenti climatici, del protocollo di Kyoto? Per citare due importanti esempi, gli USA non lo vogliono rispettare, non si sa bene perché, e la Cina nemmeno, e lo dichiara apertamente e candidamente, e afferma che se gli altri hanno allegramente inquinato fino ad ora, adesso ha diritto di farlo lei, visto che si sta sviluppando in maniera travolgente. Ai nostri danni, aggiungerei, visto che i suoi prodotti costano infinitamente meno dei nostri, grazie alla manodopera cinese pagata con un tozzo di pane. Visto che a livello mondiale c’è poco da stare allegri, pensiamo alla nostra cara Italia. Qui in verità è la politica che ci preoccupa o, per meglio dire ci sconvolge e ci disgusta. Abbiamo tutti letto o almeno sentito del famoso libro e vecchio libro “La casta”. Si tratta di una lettura poco rilassante, da sconsigliare assolutamente la sera a letto se si vuol prendere sonno. Vi si parla infatti delle ruberie, praticamente onnipresenti e generalizzate, della nostra classe politica, che con il nostro voto abbiamo incaricato di governarci, quindi di servirci, ma che invece utilizza il potere che gli abbiamo concesso per arricchirsi e tenersi stretto il potere stesso. E magari lo facessero con un po’ di buon gusto! Al contrario, la casta ha un comportamento borioso di superiorità, che semplicemente ci disturba. E a questo atteggiamento si accompagnano purtroppo dei comportamenti che il cittadino comune ormai non riesce più a comprendere. Io stesso che simpatizzo per la destra, faccio parecchia fatica a capire i rappresentanti politici della mia parte. Eviterò quindi di ripetere fino alla noia che il governo di Monti ha fatto bene a dimettersi, tanto su questo sono ormai d’accordo la maggioranza degli italiani. Sembra che Berlusconi, e come lui gli altri leader della destra Fini, Bossi, Casini, o i nuovi che avanzano, non abbiano capito che il loro Popolo è stanco di distinzioni e differenze incomprensibili. Il popolo vuole un unico partito o, se non vogliamo chiamarlo così, un unico movimento, un’unica coalizione di destra, capace di interpretare i suoi ideali e le sue istanze, nell’ambito di un’alternanza, che è poi il vero spirito della democrazia. E si badi bene che in italiano “alternanza” significa scelta tra due opzioni, non fra quaranta o cinquanta litigiosi gruppetti, più attenti ai ricchi finanziamenti concessi ai partiti (vedi “La casta”) e più ansiosi di sopravvivere ad ogni costo che di servire i poveri elettori che li hanno messi lì. Non venite a spiegare a me la cosiddetta “ricchezza delle diversità”, quando chi votava dava una delega in bianco a un gruppo di personaggi, sempre gli stessi, che poi invariabilmente vincevano anche se avevano perso, e che comunque governavano alla faccia di chi li aveva votati e soprattutto di chi non li aveva votati. E quindi, i leader della destra si facciano un esame di coscienza e la smettano di litigare ufficialmente per preservare la propria presunta identità e differenza, ma in realtà per conservare il proprio potere e le proprie poltrone. Ricordino i nostri politici, che stupidi non sono, che, a furia di scontentare il popolo, si rischia di allontanarlo dalla politica e che, se la gente non va a votare, la democrazia irrimediabilmente muore. Cosa che nessuno vuole, perché questo sistema di governo, per quanto imperfetto, per quanto ingiusto, per quanto insufficiente, è quanto di meglio l’umanità sia riuscita a inventarsi per evitare guai ben peggiori. E ricordino in particolare i politici di destra, che quando il popolo si allontana dalla politica, sono proprio loro i primi a saltare, perché l’elettore di destra, per sua natura, è abituato ad usare il cervello e a decidere in base alle proprie convinzioni e mal sopporta di andare a votare semplicemente obbedendo a ordini di partito o direttive superiori. Ed è chiaro che se la destra non va a votare mentre la sinistra ci va, poiché il principale difetto della democrazia è quello di essere basata sui numeri e non sui meriti, sui pensieri, sulla cultura, sull’onestà di chi vota, è chiaro che la sinistra vincerebbe sempre e governi da operetta come quello che ci siamo ritrovati oggi ed anche governi peggiori costituirebbero rapidamente un ossimoro, cioè una specie di dittatura democratica. E’ questo che volete Berlusconi, Fini, Bossi, Casini ed i nuovi che avanzano? Ci avete pensato bene? Perché in questo caso andreste a casa e per sempre. Non dimenticate che ci volle una mezza rivoluzione, un orrore giuridico come tangentopoli, per spezzare il mostruoso sistema del primo mezzo secolo della Repubblica. In questo caso l’augurio di Natale e di capodanno è che possiate ritrovare la concordia e comportarvi come il vostro popolo vuole che vi comportiate. A conti fatti, anche a livello nazionale c’è poco da stare allegri. http://feeds.feedburner.com/blogspot/sHlyJTags: Ambiente, Auguri di natale, classe politica, crisi, Governo, internet, Natale, politica, Tag, terna