Portare il nome di Francesco è impegnativo. È un nome importante, pesante di valori umani fondamentali. Portare il nome del Santo di Assisi è complesso, anche per chi non crede. Francesco ha dato un’interpretazione del Vangelo che traccia una direzione ben precisa per il credente. Essendo però il Vangelo in sè il libro più rivoluzionario della storia anche inteso solo per il suo precetto morale, disgiunto quindi dal suo insegnamento religioso, ed essendo il pensiero di Francesco tanto fedele allo scritto quanto moralmente condivisibile, la figura del Santo diventa punto di riferimento etico per gli uomini di buona volontà, prescindendo dal loro credo.
Sono universali i valori di povertà intesa come libertà dai legami dell’avere, del possesso, dalla schiavitù degli oggetti e delle cose, dalla ricchezza che diventa scopo unico e fine ultimo dell’esistenza, motivo di malvagità, morte e distruzione, l’insegnamento del rispetto per il mondo in cui esistiamo, della natura sorella e madre, dell’ambiente inteso come luogo sacro per il corpo e per lo spirito, l’esaltazione del raccoglimento, della meditazione, della riflessione sul mondo e sull’uomo, l’umiltà di porsi nel mondo come creature facenti parte di un disegno infinitamente più grande nel quale, piccoli ed enormi, ognuno svolgiamo un ruolo fondamentale che deve essere rispettato e condotto in armonia.
Per questo il 4 ottobre va celebrato, per questo va ricordata la figura di un uomo che è faro e indirizzo per gli altri uomini, siano essi credenti, atei, agnostici. Un augurio particolare a tutti i Francesco che sono importanti nella mia vita. E l’augurio è che possano portare questo nome con dignità e conrispetto, perché è un nome impegnativo.
Luca Craia