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Auguri mamme, dono prezioso all'iniqua e irriconoscente umanità

Creato il 07 maggio 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
Auguri mamme, dono prezioso all'iniqua e irriconoscente umanità
di David Incamicia |
E' la Festa della Mamma, ma non è festa per tutte le mamme. In Italia e nel mondo sono tantissime quelle che vivono, per motivi di salute o per ragioni sociali ed economiche, dovendo affrontare quotidianamente difficoltà insormontabili. Altre ancora, purtroppo, la vita la perdono per il fatto stesso di divenire mamme. Tutte situazioni analizzate da Save the children in vari rapporti appena diffusi.
Nel nostro Paese 10 mila mamme hanno dai 14 ai 19 anni d'età, e una su quattro è minorenne. Lo rivela il dossier "Piccole mamme", una delle indagini realizzate appunto da Save the Children e che ha focalizzato una situazione di grave vulnerabilita che riguarda soprattutto le mamme "teen", il 18% delle quali di origine straniera. Dalla ricerca, realizzata in collaborazione con tre organizzazioni non profit per la tutela delle mamme (il Caf onlus di Milano, il Melograno di Roma e l'Orsa maggiore di Napoli), sono emerse alcune differenze regionali: il fenomeno è più diffuso nel sud Italia e nelle isole, dove vive il 71% delle "piccole mamme" e dove i nati da madri minori di 20 anni rappresentano il 3% del totale a fronte di percentuali dell'1,3 e dell'1,1, rispettivamente nel nord e nel centro Italia.
Un'analisi su tre città campione, inoltre, ha rilevato alcuni cambiamenti nel rapporto tra mamme straniere e italiane: mentre a Milano e a Roma le giovani madri straniere sono di più di quelle italiane (2,62% contro 0,97 a Milano e 1,82 contro 0,74 a Roma), accade il contrario a Napoli, dove il 3,46% delle mamme italiane e l'1,41 delle straniere hanno meno di 19 anni d'età. "Per aiutare le giovani mamme a non sentirsi impreparate e inadeguate sia a livello emotivo, sia sul piano sociale ed economico - spiega la relazione di Save the childrenbisogna costruire intorno a loro e ai bambini una rete di supporto con servizi sociali e sanitari che tengano conto della provenienza e delle particolari dinamiche culturali e familiari in cui vivono".
L'Italia, poi, si è guadagnata il 21° posto nell'"Indice delle madri", la classifica di Save the children sul benessere delle donne, registrando risultati peggiori di alcuni paesi in via di sviluppo rispetto ai parametri sul riconoscimento sociale della donne. Con il 20% di parlamentari donna, l'Italia segue l'Afghanistan (28%), il Burundi (36%) e il Mozambico (39%), mentre la percentuale del 41% di donne che utilizza i contraccettivi resta inferiore a quella di Botswana (42%), Zimbabwe (58%), Egitto (58%) e Tunisia (52%). Per invertire questa triste tendenza, a parere di Save the children, è indispensabile intervenire su più fronti: dalle politiche per l'occupazione a quelle abitative, dalla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro alla condivisione di responsabilità con i padri, dall'adeguamento dei servizi per la prima infanzia al rafforzamento degli interventi domiciliari.
E' pertanto la scarsissima educazione sessuale e sentimentale, unita ai bassi livelli di investimento nei servizi per il sostegno alla maternità e ai problemi dell’adolescenza, uno degli aspetti che incide sul fenomeno delle mamme teenager in Italia. Non tutte le gravidanze - come emerge dal rapporto di Save the children - sono non volute ma è evidente che, soprattutto nei casi delle più giovani, il disagio che si trovano ad affrontare è assai grave. Anche la rete dei servizi intorno a queste giovanissime madri è molto debole. In assenza di un sistema di welfare adeguato la situazione ricade sulla famiglia di origine, con conseguenze anche sulla crescita sana del bambino. Inoltre, nella maggior parte dei casi le ragazze che hanno figli molto presto tendono ad abbandonare gli studi e ad avere maggiori problemi per entrare nel mondo del lavoro, ritrovandosi non di rado in una condizione di assoluto isolamento.
Se in Italia le "mamme bambine" sono circa diecimila, nel resto del mondo sono molte di più. Si tratta di ragazzine costrette quasi sempre a sposarsi per motivi culturali e nei Paesi in via di sviluppo avere un figlio sotto i diciotto anni significa nel 60% dei casi rischiare di morire di parto. Secondo Save the children è necessario quindi portare avanti efficaci iniziative di sensibilizzazione su questi temi, perché "l'aspetto culturale può uccidere perfino di più della malattia". È molto più facile, infatti, correggere la parte sanitaria che le tradizioni radicate e se si comprende come far leva sul cambiamento si avrà un impatto sulla società superiore a qualsiasi vaccino.
Come già accennato, non sono soltanto i problemi di natura culturale, sociale ed economica ad impedire a molte donne di esercitare con piena dignità la loro funzione di madri. Più di mille donne, difatti, muoiono ogni giorno nel mondo di parto, mentre sono 48 milioni quelle che partoriscono senza un'ostetrica e 2 milioni lo fanno in completa solitudine. Anche questi dati, diffusi nell'ambito del 12° rapporto sullo "Stato delle madri nel mondo" curato sempre da Save the children, delineano un quadro sconfortante e proprio in occasione della festa della mamma. Di fronte a cifre simili bisogna reagire mettendo in campo soluzioni semplici e a basso costo per migliorare la salute delle mamme in tutte le fasi della gravidanza e per abbattere, nello stesso tempo, la mortalità infantile.
Se in Paesi evoluti come la Norvegia tutte le mamme partoriscono con un'assistenza qualificata, in contesti come l'Afghanistan questo è vero solo per il 16% delle donne; e se in quasi tutte le aree dell'Occidente una donna studia in media per 18 anni e vive fino a 83, nelle regioni del Terzo Mondo va a scuola solo fino a 5 anni d'età e non vive oltre i 45; infine, se appena una donna su 175 in Europa perde il figlio prima che compia i 5 anni, in numerosi Paesi africani, asiatici e latino-americani un bambino su 5 muore prima di quella età e ogni mamma nella sua vita rischia di perdere un figlio.
Dunque, è davvero festa per tutte le madri? La risposta, ovviamente, è no. Eppure proprio pensando alla più grande magia che la natura rivela, vale a dire l'atto di generare una nuova creatura e l'infinito e supremo amore che solo una donna è in grado di esprimere e donare, dobbiamo tutti essere fiduciosi rispetto al futuro delle stesse donne e, attraverso la loro sensibilità materna, dell'umanità nel suo complesso. A questo proposito e tornando all'Italia, voglio dedicare un pensiero speciale a una madre altrettanto speciale, emblema di quella magia innanzi descritta, augurio simbolico e incoraggiamento a tutte la mamme del mondo.
"Siamo madri diverse, ammettiamolo. Siamo madri chiamate ad affrontare i piccoli passi della vita dei nostri figli in tempi biblici, quando pure questi passi arrivano, poiché per qualcuna forse non arrivano mai". Sono le parole scritte nel volume "Vedere oltre. Finestre su una storia" da Lucina Spaccia, mamma di Marta che oggi ha 25 anni, nata alla ventiquattresima settimana e divenuta non vedente e con handicap mentale in seguito a complicazioni sopraggiunte in incubatrice, dov'è rimasta per i primi 4 mesi di vita.
Lucina, laureata in scienze politiche e insegnante, intorno ai vent'anni ha iniziato a occuparsi di adolescenti nel movimento scout, per i ragazzi ha pubblicato alcuni libri di racconti e di spiritualità. La nuova pubblicazione è dedicata alla neuropschiatra infantile Silvia Maffei che ha supportato lei e il marito Mariano Pergola in "un cammino come famiglia, vivendo il quotidiano con un progetto, con un'altra attenzione. E gradualmente nostra figlia ha preso coscienza di chi è, di quanto vale, di cosa può fare con i suoi limiti. Un modo per lasciare traccia e testimonianza di un metodo e di una qualità di lavoro, che ci ha aiutato a vedere oltre, restituendoci Marta nella sua interezza di figlia".
Mamma Lucina ritiene che si tratti di un modello esportabile con due pilastri: sostegno genitoriale e una valida"rete terapeutica che può abbracciare non solo la riabilitazione, ma la musicoterapia come la piscina, il gruppo scout come gli esercizi di autonomia, per far sentire il proprio figlio "protagonista". Certo, spesso i genitori dei disabili vengano sopraffatti da sensi di colpa, frustrazione, disagio e fanno fatica a riconoscere l'unicità dei propri figli, che sembrano non poter crescere: "li vediamo come eterni bambini, invece di comunicare la fiducia nelle loro capacità". Con questo sguardo diverso, con l'approccio descritto da Licina, cambia però la percezione del proprio figlio, in un percorso dove emerge e viene trasmessa "una visione totale della persona oltre l'evidenza, sfiorandone l'anima nascosta".
I talenti e gli affetti più autentici - in una parola: "la magia" - emergono soprattutto in condizioni di disagio. Ognuno deve fare i conti con la propria diversità e unicità e ciò vale a maggior ragione per una madre. Certo, se il contesto che la circonda è favorevole e se può godere di reali opportunità e prospettive (magari anche di un serio impegno delle istituzioni) tutto diviene più semplice. Ma fortunata o sfortunata che sia, una donna rimane innanzitutto un'effettiva o potenziale madre: è questo che le fa guadagnare il diritto a maggiori tutele e attenzioni, e che la rende tanto preziosa nel mondo e per il mondo.

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