Aumenta il livello dei mari?

Creato il 08 ottobre 2015 da Straker

La N.A.S.A., l’ente militare statunitense in pallide sembianze scientifiche, con l’infinita ipocrisia che la contraddistingue, lancia l’allarme circa l’aumento del livello degli oceani, “dimenticando” di ricordare che il fenomeno, connesso, come è evidente, ad un incremento delle temperature, è di natura artificiale. Sono, infatti, i riscaldatori ionosferici e le coltri chimiche, che intrappolano la radiazione infrarossa negli strati bassi dell’atmosfera, a determinare un’intensificazione del cosiddetto “effetto serra”, all’origine di vari sconvolgimenti. Pubblichiamo l’articolo, ricordando che le conclusioni di catastrofisti-negazionisti vanno comunque prese con le pinze.
26 agosto 2015. Il livello dei mari è aumentato in media di circa 8 centimetri in tutto il mondo a partire dal 1992, a seguito dell’incremento della temperatura dell’acqua: il calore sta liquefacendo il pack. Lo afferma un gruppo di scienziati della N.A.S.A. in una ricerca pubblicata su Livescience.com.
Nel 2013, una commissione delle Nazioni Unite aveva previsto che il livello del mare sarebbe salito tra 0,3-0,9 metri entro la fine del secolo. Il nuovo studio dimostrerebbe che la stima era errata: stando al geofisico Steve Nerem della University of Colorado, il livello degli oceani ha conosciuto un accrescimento molto più veloce di quanto ci si attendeva anni fa e la situazione è destinata a peggiorare in futuro.
I cambiamenti tuttavia non sono uniformi: alcune aree hanno mostrato una crescita di oltre 25 centimetri; altre regioni, come la costa occidentale degli Stati Uniti, hanno registrato un calo, secondo i risultati di un’analisi durata ventitré anni e basata su dati satellitari.
Le pianure sono particolarmente vulnerabili, secondo l’opinione di Michael Freilich, direttore della Divisione di Scienze della Terra della N.A.S.A. “Più di 150 milioni di persone, per lo più in Asia, che vivono ad un metro dal mare - ha chiarito Freilich – sono a rischio e quindi questo allarme deve essere compreso dai capi dei governi dei paesi asiatici e non solo”.
La più grande incertezza a proposito degli scenari futuri concerne la difficoltà di determinare quanto velocemente il ghiaccio polare si scioglierà, in risposta alle temperature più alte. Gli studiosi ritengono che l’aumento dei valori termici potrebbe portare a perdere un terzo del ghiaccio delle calotte polari e ad una parziale fusione dei ghiacciai montani.
Fonte: Segnidalcielo.it

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