L’aumento dell’IVA con il rincaro dal 21 al 22%, viene congelato temporaneamente, per l’ennesima volta fino a fine anno e scatterebbe qualora non si trovino i fondi necessari, il 1° gennaio del 2014. Questo in sintesi la bozza di disegno di legge discusso ma non approvato dal Consiglio dei Ministri di ieri venerdì 27 settembre.
Un consiglio dei ministri un po’infuocato, non per le tematiche da affrontare ma per la surriscaldata situazione politica venutesi a creare con la condanna del leader del Pdl. La brutta notizia però resta mascherata: la copertura dello slittamento. Per consentire il rinvio serve all’incirca un miliardo di euro (esattamente 1 miliardo e 59 milioni), somma che salterebbe fuori, da subito, da un ritocco selle accise dei carburanti di 2 cent al litro, l’aumento scatterebbe immediatamente, all’approvazione del dell’eventuale dl. Quindi gran parte della proroga ricade direttamente sulle spalle dei contribuenti.
In più,un acconto più salato per i contribuenti Ires ed Irap, che passa dal 100 al 103%. Per gli acconti che saranno versati a novembre, era già previsto un aumento dal 100 a 101%, quelli relativi al 2012, in pratica si tratterebbe di un’anticipazione da compensare con i futuri saldi.
Inoltre il consiglio aveva previsto la rimodulazione delle soglie IVA, attualmente fissate al 4, 10 e 21% entro fine anno, definendone i beni di appartenenza alle relative aliquote. La revisione dei beni da assoggettare alle nuove misure porterebbe portare ad ulteriori aumenti.
Questo quanto prevede la bozza non approvata in attesa del chiarimento in parlamento sulla prosecuzione dell’azione di governo. Qualora, la situazione precipitasse, chiaramente, l’aumento scatterebbe regolarmente come previsto precedentemente, il 1° ottobre.
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