Leader del movimento democratico in Birmania e paradosso vivente. È stata eletta democraticamente, nel 1991, eppure le è stato impedito di governare.“Non ho mai imparato a odiare i miei carcerieri”- dice- stimolando, coerentemente alla filosofia buddista, alla non violenza e alla compassione.Aung , libera e prigioniera nella sua Birmania. Voce di un popolo, di una nazione, di una donna. Di un’apparente fragilità.Voce di feste della tradizione, di usi e i costumi più significativi, di pensiero di artisti, intellettuali, uomini e donne di cultura che lottano per la democrazia. Voce della miseria di un popolo, della precaria assistenza sanitaria, dell’ istruzione negata.
Statura morale di donna, “reclusa forzata”, ma presente e attiva per cambiare la Storia del suo popolo. La ricchezza interiore e intellettuale sono la sua forza. La sua filosofia di vita, una conquista quotidiana.
Un’ esistenza alla ricerca ostinata del dialogo e della comprensione fraterna anche di fronte ai soprusi.
Unica risposta, Amore.
Per la libertà di dei suoi.
Per la dignità di ogni essere umano.
Aung San Suu Kyi il cuore di una donna che vuole cambiare le cose.